L’emergenza coronavirus ha obbligato aziende e amministrazioni pubbliche ad accelerare quei percorsi di digitalizzazione che in tempi normali avrebbero impiegato anni ad attuarsi. E ora che l’innovazione è partita, raccontano gli esperti del settore, non si può più tornare indietro. Soprattutto perché è il consumatore medio ad essersi abituato a questo nuovo contesto digitale. A sostenerlo è anche un recente sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli insieme all’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale di PA Social. L’indagine ha avuto come principale obiettivo quello di rilevare gli atteggiamenti degli intervistati in relazione alla digitalizzazione in questa fase di emergenza. Dal sondaggio emerge che l’80% degli italiani considera utili l’utilizzo di social network e chat per comunicare con gli enti pubblici. Il favore verso questi nuovi strumenti di comunicazione è trasversale da nord a sud e coinvolge tutte le fasce d’età della popolazione: dai giovani (88%) agli adulti (80%) fino ad arrivare agli over 60 (75%). Il 68% è inoltre favorevole ad utilizzare social e chat per comunicare con le Pa anche in futuro. L’88% è convinto che l’emergenza coronavirus affretterà l’utilizzo per il futuro degli strumenti digitali nel settore pubblico.
Sondaggi Piepoli: quanto lavorano gli italiani da casa
Come sappiamo, il lockdown imposto dal governo e che durerà fino al 3 maggio, ha portato molte aziende a favorire il lavoro da casa. Il 60% dei lavoratori intervistati durante l’emergenza per il coronavirus ha rivelato di star lavorando in modalità smart working. C’è però anche un risvolto negativo: il 6% afferma che con questa modalità lavora più delle canoniche 8 ore giornaliere. Il 15% rimane sulle 8 ore quotidiane, il 14% 6 ore e il 21% appena 4 ore al giorno.
Il Pc è lo strumento più utilizzato per lavorare da casa (90%), seguito dallo smartphone (32%) mezzo usato soprattutto dai giovani tra i 18 e i 34 anni (44%), video conferenza (24%) e tablet (12%).
“Il nostro è un Paese pieno di buone pratiche e di innovatori, ora siamo tutti impegnati a superare l’emergenza, ma la ripresa dovrà sicuramente passare anche da un forte investimento sul digitale” afferma Francesco Di Costanzo, Presidente dell’Associazione PA Social.
“La natura non fa salti – commenta Livio Gigliuto, Direttore dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale e Vice-Presidente di Istituto Piepoli – sono rarissimi i casi in cui un evento determina una rottura di trend tanto forte da modificare in tempi molto stretti i comportamenti quotidiani. Stiamo assistendo a uno di quei casi. Il digitale è il protagonista di questa rivoluzione: sono proprio i meno giovani, I più “fragili” digitalmente, a volere adesso i certificati su WhatsApp, i sindaci in diretta Facebook. 9 italiani su 10 vogliono sopperire al futuro di distanziamento sociale con la rivoluzione digitale, che probabilmente sarà il primo vero cambiamento nelle nostre vite alla fine, speriamo presto, di questa fase di emergenza”.
Sondaggi Piepoli: nota metodologica
L’indagine è stata realizzata il 30 marzo 2020 a5raverso la realizzazione di 505 interviste con metodologia CATI/CAWI ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.
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