Consiglio europeo, Premier Conte: “tappa importante per la storia europea”

Pubblicato il 23 Aprile 2020 alle 22:06 Autore: Eugenio Galioto

A darne notizia il Presidente Conte: l’attesissimo Consiglio europeo di oggi avrebbe confermato la proposta francese del Recovery fund

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Consiglio europeo, Premier Conte: “tappa importante per la storia europea”

Alla fine la proposta francese ha avuto la meglio. Da quanto emerge dalle dichiarazioni del Premier Conte questa sera, l’attesissimo Consiglio europeo, conclusosi poco fa, avrebbe confermato la proposta francese del Recovery fund, di cui abbiamo già parlato in occasione del primo eurogruppo del 7 aprile.

Consiglio europeo, Premier Conte: “tappa importante per la storia europea”

Il Recovery Fund sarebbe un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare la ripresa dei Paesi più colpiti dagli effetti economici della pandemia, tra cui l’Italia. Conte ha parlato espressamente di “tappa importante per la storia europea”, perché il Recovery fund è uno strumento imprescindibilmente “urgente” e “assolutamente necessario”. “L’Italia – ha precisato – è stata in prima fila” a chiedere il Recovery fund.

Secondo il capo del governo, a giocare un ruolo chiave nella scacchiera europea è stata la lettera firmata da otto Paesi europei (Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Italia) e recapitata al Presidente UE, Charles Michel, con la quale si ribadiva la necessità di “lavorare su uno strumento comune di debito emesso da una istituzione europea per raccogliere fondi sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli stati membri, assicurando così finanziamento stabile di lungo termine per le politiche necessarie per contrastare i danni provocati dalla pandemia”. In quella lettera si parlava apertamente di coronabond (o eurobond), proposta bocciata fin da subito da Germania e Olanda, contrari all’ipotesi che l’Ue emetta titoli di debito comune. Il Recovery Fund è stato l’assist francese giocato nei tempi supplementari per poter reintrodurre, in forma “light”, i bond sui quali Germania e Olanda avevano posto il veto.

Conte: “Progressi impensabili fino a poche settimane fa”

Il Presidente del Consiglio ha sottolineato come nella riunione del Consiglio europeo si siano fatti “grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa”, in quanto tutti i 27 Paesi dell’euro-zona “riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo” (il Recovery Fund, ndr) da varare urgentemente, per proteggere le nostre economie e assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno, preservando, per questa via, il mercato unico”. Uno strumento – ha precisato – che si aggiungerà a quelli già varati”, ovvero al Sure (la cassa integrazione europea), il Bei e il Mes senza condizionalità per le spese sanitarie (che il governo ha fatto sapere a più riprese non essere per il momento intenzionato ad attivare).

Europa ancora divisa sul Recovery fund: i commenti a caldo degli altri Premier

Dal canto suo, il Premier olandese Mark Rutte ha fatto sapere che «per gli aiuti a fondo perduto lo strumento giusto è il bilancio pluriennale dell’Ue, mentre guardo al Recovery fund come ad un sistema basato sui prestiti. Comunque siamo in una fase iniziale della discussione», aggiungendo poi che «se le tensioni con l’Italia ci sono mai state, cosa di cui non sono sicuro, ora non ce ne sono più. Abbiamo un buon rapporto».

A far da eco al Premier olandese, è intervenuto con un tweet il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, a seguito della riunione del Consiglio europeo di oggi. «L’Austria è pronta a mostrare solidarietà per sostenere la ripresa delle nostre economie – ha twittato Kurz – Dovremmo farlo attraverso prestiti. Mutualizzazione del debito o eurobond sono inaccettabili. Continueremo a coordinare la nostra posizione con i Paesi che la pensano come noi».

Parole queste che sembrerebbero non confermare l’entusiasmo del Premier Conte nel ritenere la riunione del Consiglio europeo appena concluso come una “tappa importante” che segnerebbe progressi impensabili fino a settimane fa.

A riprova del fatto che in Ue non si suona la stessa sinfonia, la Merkel ha spiegato che finora l’accordo raggiunto riguarda esclusivamente l’esistenza di un Recovery fund, ma non su come finanziarlo, «se con sussidi o prestiti». Tuttavia, ha poi rassicurato che « tale soluzione comune (Recovery Fund, ndr) è nell’interesse della Germania, perché le cose possono andare bene per la Germania se le cose vanno bene per l’Europa»

A fare gioco di squadra con Italia e Spagna sembrerebbe stavolta proprio la Francia di Macron, da cui è partita la proposta di Recovery Fund. Il capo dell’Eliseo ha ribadito che il piano di 500 miliardi di euro stabilito nella scorsa riunione dell’Eurogruppo (riguardante il Bei, il Sure e il Mes) sia “insufficiente” e che sia necessario «rafforzare l’autonomia strategica europea». Per questo, ha aggiunto, «servono fondi, non prestiti».

La Commissione europea lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un Recovery Fund che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico.

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L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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