Nella fase 2, quella di convivenza con il virus ma anche di riapertura (graduale) delle attività, c’è da considerare un fattore: quello dei lavori più a rischio. Sul sito dell’Inail è stato pubblicato un documento che per l’appunto riscrive le classificazioni di rischio per determinate professioni e le misure di sicurezza che dovranno adottare queste attività, maggiormente esposte al rischio del contagio da Covid-19.
Fase 2: lavori più a rischio, ecco in base a quali fattori
I parametri che hanno determinato i fattori di rischio tramite i quali sono state individuate le attività più a rischio sono sostanzialmente 3:
- Esposizione: misurata sul livello di probabilità di venire a contatto direttamente o indirettamente con fonti di contagio;
- Prossimità: basata sul livello di distanziamento possibile con gli eventuali colleghi;
- Aggregazione: ovvero la predisposizione all’afflusso di più persone, dipendenti o clienti, all’interno della stessa struttura.
Il risultato dato dalla somma di questi tre fattori determina così la valutazione del fattore di rischio dell’attività professionale.
Fase 2: misure di sicurezza per le attività professionali
Fermo restando il fatto che lo smart working continua a essere incentivato, e quindi chi può continuare a lavorare a distanza deve farlo, il documento contiene alcune importanti indicazioni da seguire, soprattutto per i lavoratori che condividono spazi comuni. Tra le misure di sicurezza spicca ad esempio la necessità di indossare una mascherina chirurgica, mentre le aziende sono sollecitate a riorganizzare orari e spazi di lavoro, magari attraverso una turnazione più estesa durante l’intera giornata. A livello di mezzi pubblici e di trasporto, andranno evitati a ogni costo gli afflussi nelle ore di punta, il cui concetto andrà pienamente rivisto. Oltre al distanziamento sociale e all’utilizzo delle mascherine, indispensabile sarà la presenza di dispenser di gel igienizzante per la pulizia delle mani all’interno della struttura, soprattutto a ridosso delle casse.
Lavori più a rischio: la classificazione nella tabella Inail
Ecco le classi di rischio pubblicate nella tabella Inail. Iniziamo dal basso rischio:
- Agricoltura, Silvicoltura e Pesca;
- Attività manifatturiere;
- Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata;
- Fornitura di acqua; Reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento;
- Costruzioni;
- Trasporto e Magazzinaggio;
- Attività dei servizi di alloggio e ristorazione;
- Servizi di informazione e comunicazione;
- Attività finanziarie e assicurative;
- Attività professionali, scientifiche e tecniche;
- Amministrazione pubblica e difesa; Assicurazione sociale obbligatoria;
- Altre attività di servizi.
I settori classificati a rischio medio-basso:
- Operatori ecologici;
- Operai edili;
- Istruzione;
- Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento;
- Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; Produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze.
Il rischio medio-alto riguarda i seguenti settori professionali:
- Manutentori;
- Corrieri;
- Addetti alle mense;
- Camerieri;
- Microbiologi;
- Lavoratori dello spettacolo;
- Interpreti;
- Badanti.
Infine, ecco le attività contrassegnate ad alto rischio:
- Farmacisti;
- Forze dell’ordine;
- Sanità e assistenza sociale;
- Atleti professionisti;
- Agenzie funebri;
- Parrucchieri.
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