Quanto sono aumentati i prezzi con il coronavirus: le stime
Sempre più report evidenziano un aumento dei prezzi al consumo contestualmente all’emergenza legata alla diffusione dei contagi da nuovo coronavirus
Sempre più report evidenziano un aumento dei prezzi al consumo contestualmente all’emergenza legata alla diffusione dei contagi da nuovo coronavirus. Le speculazioni in pratica non riguarderebbero solo mascherine e altri dispositivi contro l’infezione ma anche prodotti che si acquistano comunemente facendo la spesa.
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Coronavirus: prezzo di frutta e verdura 40% sopra tasso inflazione
Una delle prime segnalazioni in questo senso è stata fornita dal Codacons. Stando ai dati raccolti dall’associazione dei consumatori i prezzi di frutta e verdura hanno subito un rialzo superiore al 40% del tasso di inflazione. “Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo, si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%” si legge in una nota licenziata una settimana fa circa. Inoltre, sempre secondo gli studi realizzati dal Codacons, si riscontra “un incremento del 50% del prezzo delle carote, dell’80% del prezzo di broccoli e zucchine e di oltre il 40% delle arance. La situazione non cambia neppure se si fa la spesa al supermercato. Anche qui i clienti lamentano l’incremento dei prezzi”.
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In un suo recente intervento Giacomo Suglia, Presidente dell’Associazione dei produttori e degli esportatori ortofrutticoli, ha chiesto maggiore prudenza nel comunicare questi dati: “Inutile spaventare i consumatori con una cattiva informazione su presunti aumenti esorbitanti dei prezzi al dettaglio che vanno valutati caso per caso, in relazione ai diversi prodotti e a seconda dei vari canali distributivi” ha dichiarato in una recente intervista aggiungendo però anche che “stanno aumentando e aumenteranno i costi perché le aziende si devono attrezzare con mascherine, guanti per i dipendenti e devono cambiare organizzazione aziendale e sistemi di lavoro con il necessario distanziamento sociale, senza contare la necessità di sanificare i magazzini e gli altri luoghi di lavoro. Gli aumenti di costi sono certi, così come è certo il minor potere di acquisto dei consumatori, mentre i prestiti del DL Liquidità sono in balìa delle banche e della burocrazia per cui le aziende agricole e commerciali dell’ortofrutta, vivono nell’incertezza e nella confusione”.
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La legge vieta di speculare sull’epidemia
Detto ciò, nessuno sembra in grado di negare che i prezzi di alcuni beni stiano lievitando rispetto a tre mesi fa: quelli di mascherine e gel igienizzante in primis. A questo proposito sarà bene ricordare che queste manovre speculative sono punibili in base all’articolo 501 bis del Codice penale. Si rischia la carcerazione tra sei mesi e tre anni e una multa di importo variabile tra i 516 e i 25.822 euro. Inoltre, il suddetto articolo consente di procedere d’ufficio in caso di flagranza di reato, tra l’altro, procedendo eventualmente al sequestro dei beni oggetto della vendita speculativa.
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