Sono passati quarant’anni tondi tondi da quel 25 aprile 1980, quando a Murcia nacque uno dei ciclisti più forti, completi e apprezzati degli ultimi tempi. Alejandro Valverde ha scritto definitivamente il suo nome nella leggenda il 30 settembre 2018, quando a trentotto anni ha deciso di spezzare la maledizione che lo vedeva il più volte piazzato sul podio ai Mondiali senza vincere, riuscendo finalmente ad indossare la tanto ambita maglia iridata.
La prima vittoria è datata 9 aprile 2003, quando a Vitoria-Gasteiz vinse la terza tappa della Vuelta al Pais Vasco. L’ultima volta che ha alzato le braccia al cielo è stata lo scorso agosto alla Vuelta a España, in una tappa “alla Valverde”. In tutto sono 128 i successi da professionista, che comprendono 18 tappe nei tre grandi giri (1 al Giro, 4 al Tour e 13 alla Vuelta), 4 Liegi, 5 Freccia Vallone e, come se non bastasse, innumerevoli podi ovunque (o quasi) sia stato.
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La leggenda Alejandro Valverde
Vedere il suo incredibile palmarés fa comunque venire alcuni rimpianti. El Bala ha infatti sempre sofferto ad una certa altura e questo gli ha impedito di trionfare al Giro come al Tour, nonostante in bacheca abbia comunque anche la vittoria della Vuelta 2009. Dal 2005 è un fedelissimo dell’attuale Movistar e in Spagna pochi sportivi hanno avuto e hanno il suo seguito.
Alejandro Valverde si è saputo riscattare alla grande dopo il coinvolgimento nella nota Operacion Puerto che fece tremare il ciclismo nei primi anni del duemila, tornando a fare quello che ha sempre saputo fare: vincere e far divertire tutti quanti. In pochi attualmente hanno la sua completezza, essendo un corridore che riesce a difendersi bene e dire la sua in salita, come in una volata mossa.
Nonostante la carta d’identità reciti da oggi i tanti temuti anta, ha ancora un ultimo obiettivo prima di lasciare il ciclismo agonistico, ovvero quell’Olimpiade di Tokyo capace di dargli ancora grosse motivazioni ad un’età nella quale molti colleghi sono finalmente comodi sul divano dopo una carriera di fatica e sacrifici.
Ma se ti chiami Alejandro Valverde, viene davvero difficile pensare di voler smettere. Soprattutto quando riesci a mettere le ruote davanti anche a chi potrebbe essere addirittura tuo figlio, facendo capire che a volte l’età è davvero soltanto un numero e che resta sempre un obiettivo al quale ambire.
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