L’emergenza coronavirus sta bloccando il nostro Paese da quasi due mesi: già dal 2 Marzo scuole ed atenei italiani hanno chiuso i battenti, sono stati potenziati lo smart working e la didattica a distanza: in qualche modo, non senza difficoltà, gli italiani hanno cercato di andare avanti. È impossibile negare i danni emotivi e pratici che il coronavirus ha portato nella vita di tutti, specialmente dei più deboli, dei senzatetto, delle donne vittime di violenza. La lettera che Adele, bambina di Riccione, ha voluto scrivere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ingloba tutta la confusione e lo stordimento che il lockdown ha provocato.
Emergenza coronavirus, la lettera di Adele per il Presidente della Repubblica
“Caro signor Mattarella, scusi per il disturbo, sono Adele e faccio la terza elementare, le volevo chiedere se è possibile riaprire la scuola“. Questo è l’incipit dell’epistola indirizzata a Sergio Mattarella, scritta da un’allieva di Riccione. “Magari andiamo con la mascherina, i guanti, e tra compagni non ci prestiamo le cose, stiamo meno ore. La prego per favore, riapra le scuole“. La bambina continua poi esprimendo la confusione causata dall’emergenza, e la difficoltà di proseguire le attività scolastiche e di fare i compiti con costanza. “Voglio scrivere una lettera, sono stufa di stare al computer, mi mancano le maestre“. Queste le parole che la piccola Adele avrebbe detto al papà, poi la decisione di contattare il Presidente della Repubblica.
La sindaca di Riccione condivide il messaggio
Renata Tosi, prima cittadina di Riccione, ha ricondiviso le parole della bambina sul proprio profilo Facebook. La Tosi ha ribadito il suo parere in merito: la ripartenza è necessaria, le famiglie hanno bisogno di ricominciare, i ragazzi ed i bambini devono tornare alla normalità anche se con le dovute precauzioni. Decisivi saranno gli sviluppi della “Fase 2” e gli effetti delle graduali riaperture, per stabilire se sia possibile o meno tornare, con attenzione e cautela, alla vita come la ricordiamo.
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