In piena pandemia, si susseguono le notizie legate allo stato di salute di Kim Jong-Un. Il dittatore della Corea del Nord è stato visto in pubblico, per l’ultima volta, 15 giorni fa (l’11 aprile). Le prime indiscrezioni sul precario stato di salute di Kim Jong-Un si sono sollevate quattro giorni dopo a causa della sua assenza al 108esimo anniversario del compleanno del nonno Kim Il-sung, il fondatore della Repubblica popolare democratica di Corea. La commemorazione per Il-sung è l’evento pubblico più importante celebrato in Corea del Nord e l’assenza di Jong-Un (che dal 2011, anno del suo insediamento, aveva sempre assistito alla celebrazione) ha fatto saltare gli allarmi. Nel corso di questa settimana e mezzo si sono inseguite voci di conferma e smentita.
Anni fa, nel 2014, Kim Jong-Un scomparve per oltre un mese dalla scena pubblica. Anche in quel caso, si rincorsero le voci di una possibile morte prematura. Al suo ritorno in pubblico, il dittatore aveva problemi a una gamba. Per via del suo stato di forma e della storia clinica familiare – dove si sono registrati vari casi di patologie cardiovascolari -, nonostante la giovane età (36 anni) Kim Jong-Un è un soggetto fortemente a rischio.
Cosa è successo al dittatore della Corea del Nord?
Secondo le informazioni riportate da media cinesi e della Corea del Sud, Kim sarebbe stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico il 12 aprile (un giorno dopo la sua ultima apparizione in pubblico). Un elemento che sembra avvalorare questa tesi è l’identificazione del treno presidenziale nella sua residenza a Wonsan, fermo lì da qualche giorno.
Una delle ricostruzioni più accreditate sembra essere quella di un intervento finito male: la delicata operazione al quale è stato sottoposto il leader assoluto della Corea del Nord avrebbe avuto esito infausto, portandolo al coma e a uno stato vegetativo. Secondo un medico cinese che avrebbe preso parte alla delicata operazione, Kim avrebbe avuto un malore proprio a Wonsan il giorno dopo la sua ultima apparizione in pubblico e che questi sia stato operato d’urgenza.
Le fonti del senatore Razzi e la Corea del Sud negherebbero la morte di Kim Jong-Un
Il conosciuto senatore forzista Antonio Razzi sarebbe stato uno dei primi esponenti politici a smentire – il 20 aprile – la criticità dello stato di salute di Kim Jong-Un. La sua fonte sarebbe un ambasciatore nordcoreano il quale gli avrebbe riferito che “sono tutte notizie false“. Anche da Seúl non ci si sbilancia e dai vicini della Corea del Sud si afferma che non sono stati rilevati movimenti sospetti che lascino intendere una crisi legata al precario stato di salute del dittatore. Anche il presidente Trump si mantiene cauto e riferisce che, secondo le sue fonti, Kim non sarebbe in pericolo di vita. Ad avallare questa ipotesi, una fonte proveniente niente meno che dall’intelligence statunitense.
Secondo fonti giapponesi, il dittatore sarebbe in stato vegetativo. Per altri, Kim Jong-Un è già morto
Shijian Xingzou, vicedirettrice dell’emittente Hong Kong HKSTV (seguita da oltre 15 milioni di persone) ha annunciato che Kim Jong-Un sarebbe già morto in seguito all’intervento a cui è stato sottoposto. Xingzou parla di una “fonte molto solida” ma evita di offrire maggiori dettagli. Chiudendo con le fonti giapponesi, infine, il settimanale Shukan Gendai fa spazio all’ipotesi del coma vegetativo e, come fonte, assicura di avere un medico cinese che ha preso parte all’intervento a cui è stato sottoposto Kim Jong-Un.
Ricapitolando, tra (poche) certezze e tante incognite
È difficile parlare con certezza di ciò che è successo al leader della Corea del Nord. Si parte da tre supposti evidenti e incontrovertibili: il primo, è che un’assenza così prolungata dalla scena pubblica – ancor più se si considera la mancata apparizione per i festeggiamenti del 108esimo anniversario di suo nonno – deve essere legata necessariamente a importanti motivi di salute. Secondo punto: il treno di Kim è stato avvistato negli ultimissimi giorni nei pressi del complesso di Wonsan. Essendo il mezzo di spostamento preferito dal dittatore (così come dei suoi predecessori), l’ipotesi più accreditata è che sia stato operato proprio a Wonsan. La vera, grande incognita riguarda l’esito dell’operazione. Come si è visto, fonti diverse hanno offerto scenari completamente diversi. Lo stesso apparato nordcoreano evita di esprimersi, ma questa è una storia ricorrente e non si può associare in maniera diretta e univoca a un esito infausto dell’operazione a cui sarebbe stato sottoposto il dittatore.
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