Riaprono oggi, 27 aprile, le imprese manifatturiere attive nelle attività di export le aziende edili già attivi nell’intervento per dissesto di edifici scolastici, dell’edilizia residenziale pubblica e carceraria.
Per la riapertura totale dell’intero settore manifatturiero e delle costruzioni bisognerà attendere il 4 maggio, l’inizio della fase 2. Qui, i settori Ateco interessati.
il governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria, preoccupata per l’economia interna e il crollo delle esportazioni. La decisione di riaprire ha avuto la meglio sulle perplessità e sui dubbi se inaugurare o meno già dal 4 maggio la fase 2, con delle aperture anticipate addirittura al 27 aprile. Già, perché stante all‘andamento della curva dei contagi, vi sarebbe potuta essere l’ipotesi di un ulteriore proroga del lockdown delle attività produttive che, ricordiamo, sono state le ultime ad aver chiuso lo scorso 25 marzo.
Del resto, proprio il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi dall’Annunziata domenica, prima della conferenza stampa di Conte, aveva dichiarato: “ci aspettiamo che lunedì mattina almeno le imprese che hanno la capacità di rispondere agli accordi di sicurezza» siglati tra le parti sociali. L’auspicio del futuro presidente degli Industriali è che sopratutto quelle aziende che «sono nelle grandi catene del valore aggiunto dell’export possano riaprire perché stanno perdendo quote di mercato», confidando nel fatto che tali settori avrebbero potuto aprire prima dell’inizio della Fase 2.
Confindustria, dunque, esulta, perché già da oggi, prima dell’inizio della fase 2, potranno ripartire alcuni settori considerati vitali per l’economia italiana, come ad esempio il legno-arredo che esporta il 51% della propria produzione e gode di un ricavato netto di 39 miliardi.
Ovviamente, la ripartenza è subordinata al rispetto dei protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro. punto richiamato con insistenza anche dal presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini e dal vicesegretario vicario dell’Anci Roberto Pella.
Fase 2: la nota dei Ministeri dello sviluppo, della Salute, dei trasporti
In una nota congiunta del Ministero dello sviluppo economico, della Salute e dei trasporti recapitata al ministro degli Interni Lamorgese si chiariscono i margini dell’azione dei prefetti per quanto riguarda le more del 4 maggio (inizio della famigerata Fase 2): per le «attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale» è necessaria una semplice comunicazione ai prefetti, i quali qualora riscontrassero l’assenza dei requisiti possono intervenire per bloccare le attività produttive.
Rientrano tra tali attività di rilevanza strategica «quelle attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni, il cui prolungamento della sospensione rischierebbe di far perdere al nostro paese quote di mercato». La genericità del testo, lascerebbe margine di manovra a molti imprenditori, le cui attività non sono strettamente di “rilevanza strategica”, ma dalla cui chiusura ne deriverebbero perdite consistenti, quale ad esempio il settore della moda.
Inoltre, rientrerebbero tra le attività “strategiche” anche quei settori delle costruzioni impegnati a «scongiurare il rischio di dissesto idrogeologico del territorio e relative ai settori dell’edilizia residenziale pubblica, dell’edilizia scolastica e dell’edilizia penitenziaria». Anche a loro, quindi, è consentito aprire, prima dell’inizio della Fase 2.
Chi ha aperto, chi aprirà, come sarà la produzione
Tra le attività strategiche dell’industria nazionale non poteva mancare la Fiat Chrysler Automobiles che ha riaperto i battenti a cominciare da Melfi. Nello stabilimento storico, stamattina è suonata la sirena per i 700 operai, rientrati in fabbrica dopo molte settimane di stop alla produzione. Per il resto degli stabilimenti la ripresa ufficiale è prevista con l’inizi ufficiale della fase 2, il 4 maggio, quando riapriranno anche gli opifici della Ferrari.
Accanto agli operai di Melfi, sono tornati a lavoro anche i 6000 dipendenti della Sevel di Atessa di Elkann e Tavares, jount venture di Fiat Chrysler con il gruppo Psa, e gli operai della Whirlpool Napoli.
Ducati, invece, ha scelto la linea della ripresa graduale: si inizia oggi dallo stabilimento di Borgo Panigale, con gli addetti all’officina, al montaggio motori e, da martedì 28 aprile, anche gli operai per i montaggi delle moto. Gli impiegati potranno usufruire dello smart-working: come finora, anche nella fase 2 continueranno a lavorare da remoto gli addetti al marketing, le risorse del settore IT, della gestione del personale, della finanza, degli acquisti, della logistica, i progettisti, i project manager e i designer. L’intera organizzazione del lavoro è stata riprogettata per consentire il distanziamento sociale.
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