Gli errori di gestione da parte di governo e regioni hanno pesato nella diffusione del contagio. A sostenerlo è la maggioranza degli italiani nei sondaggi elettorali Winpoll per Il Sole 24 Ore. Gli intervistati dividono le colpe tra esecutivo (49%) e regioni (38%). Solo il 13% ritiene che non ci siano state responsabilità di parte in quanto il contagio era inevitabile. Gran parte degli abitanti di Veneto (59%) e Lombardia (49%), due delle regioni maggiormente colpite dal coronavirus, ritengono l’esecutivo il maggior responsabile della diffusione dei contagi.
Emergenza sanitaria, gli italiani bocciano il governo
Il governo Conte viene messo sul banco degli imputati anche per come ha gestito l’emergenza sanitaria. Il 55% la boccia (45% i soddisfatti). Tra i più critici gli elettori di centrodestra. Se si va sulla singola regione, scopriamo che i governatori più apprezzati per la gestione dell’emergenza sanitaria sono Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, 63%), Luca Zaia del (Veneto, 86%), Vincenzo De Luca della (Campania, 80%). Tra i rimandati ci sono Attilio Fontana (Lombardia, 54% voti negativi), Enrico Rossi (Toscana, 56% voti negativi) e Alberto Cirio (Piemonte, 73% voti negativi).
Alla luce di quanto successo, per il 43% degli italiani le regioni dovrebbero avere meno poteri rispetto alla Stato circa la gestione della Sanità. Di diverso avviso il 37% secondo cui le regioni dovrebbero avere più poteri mentre per il 20% non dovrebbe cambiare nulla. A chiedere maggior autonomia decisionale in campo sanitario sono soprattutto i veneti.
Governo rimandato in economia
La pandemia ha avuto un forte impatto anche sul sistema produttivo del Paese. Secondo i sondaggi elettorali Winpoll, la maggioranza degli italiani (70%) boccia il governo per come sta gestendo l’emergenza economica. Anche in questo caso i più critici sono gli elettori di centrodestra.
Dall’indagine emerge che le misure di distanziamento sociale hanno costretto quasi un quarto degli italiani a smettere di lavorare. Il 31% ha continuato a farlo da casa, il 19% non ha smesso di andare in ufficio mentre il 27% non lavorava neanche prima. Tra chi lavora, il 37% afferma che il proprio reddito è diminuito a causa di queste misure. C’è anche un 8% che dichiara che il proprio reddito si è azzerato. Il 53%, invece, non ha avuto variazioni di sorta.
Nonostante la preoccupazione per il lavoro, il 55,6% degli intervistati ritiene sia più importante tutelare la salute dei cittadini anche a costo di fermare l’economia.
Proprio per questo motivo, il 70,1% considera importante che dopo il 4 maggio le attuali restrizioni vadano eliminate gradualmente sulla base dell’andamento dei contagi. Solo il 10,1% vorrebbe un ritorno ad una situazione pre epidemia senza alcuna restrizione in vigore.
Ripresa, i soldi dai tagli alla spesa pubblica. No a nuove tasse
Quel che però appare certo è che per la ripresa serviranno tanti soldi. Da dove prenderli? Il 29% accarezza l’idea di una patrimoniale anche se il 59% ritiene che in questa fase non sarebbe opportuno aumentare le tasse. Gli italiani si mostrano più favorevoli a recuperare risorse dai tagli alla spesa, con riferimento soprattutto alle amministrazioni pubbliche (48%) ma anche ai vari sussidi di disoccupazione e ammortizzatori sociali (26%).
Europa sul banco degli imputati
Altro tema centrale affrontato dai sondaggi elettorali Winpoll riguarda il rapporto tra Italia e Europa in questa fase emergenziale. Secondo l’84% degli italiani i Paesi della Ue hanno aiutato poco o per nulla il nostro Paese. Critici i giudizi anche nei confronti delle istituzioni europee (79%). La poca solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Italia ha portato il 42% delle persone a ritenere negativo per il nostro Paese il fatto di essere un membro Ue. Nonostante ciò solo il 34% vorrebbe uscire dall’Unione Europa a seguito di questa crisi. Il 48% pensa invece che l’Italia dovrebbe rimanere all’interno dell’Ue. Capitolo Mes: il 62% ritiene che il governo non debba utilizzarlo per sostenere la ripartenza economica del Paese. Le risorse, a detta della maggioranza dei cittadini, vanno trovate per altre vie.
Per il futuro gli italiani vogliono Draghi
I sondaggi elettorali Winpoll si chiudono con un occhio al futuro. Secondo il 50,7% delle persone intervistate ci vorranno 2-4 anni per tornare ai livelli di reddito e di occupazione precedenti alla crisi. Il 23,5% ipotizza un periodo più lungo (5-9 anni), il 14,7% addirittura 10 anni. Solo l’11,1% spera in un riavvio veloce (sei mesi-un anno). Ma chi dovrebbe guidare la ricostruzione? Qui gli italiani si dividono tra chi vorrebbe andare a nuove elezioni (47%, in larga parte elettori sovranisti) e chi vorrebbe mantenere il governo attuale (38%, soprattutto chi vota PD e M5S). Appena il 15% auspica un governo di unità nazionale sostenuto dai principali partiti. Ipotesi, quest’ultima, accarezzata dal 42% di chi vota Forza Italia. A guidare un governo siffatto dovrebbe essere Mario Draghi secondo il 62,4% dei rispondenti. In caso di elezioni anticipate, il 73% ritiene che il premier Conte non dovrebbe correre con un suo partito.
Intenzioni di voto: sovranisti in calo
I sondaggi elettorali Winpoll registrano un calo di tutti partiti di area sovranista. La Lega scende al 29,2%, Fratelli d’Italia al 13,5%. Nel centrodestra, Forza Italia cresce dello 0,6% al 5,6%.
Tra le forze che sostengono il governo, il Movimento 5 Stelle fa un balzo in avanti di quasi due punti al 14,1% e si riprende la terza posizione. Il Pd scende al 22,4% mentre Italia Viva risale sopra il 3% e supera La Sinistra (2,4%). Tra gli altri partiti, Azione sfiora il 3% mentre +Europa e Verdi calano rispettivamente all’1,3% e all’1,7%.
Sondaggi elettorali Winpoll: nota metodologica
Periodo di realizzazione: 21-23 aprile 2020. Popolazione di riferimento: popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, province, proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Metodo di campionamento: stratificato per province italiane, comuni capoluogo e non, casuale ponderato per genere, fasce di età ed intenzioni di voto alle ultime europee. Metodologia delle interviste: Cawi. Numero interviste: 1643. Margine di errore con intervallo di confidenza al 99%: 2,2%.
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