Riapertura fase 2 a ondate e su base regionale. Parla Colao
La riapertura prevista nella fase 2, che sarà graduale e programmata, si svolgerà a ondate e su base regionale, se non microgeografico.
Il capo della task force convocata dal governo Conte per ripensare alla ripartenza del Paese Vittorio Colao ha parlato di come sarà la fase 2 e di come si dovrà arginare il problema di eventuali nuovi focolai. Colao, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato di una fase 2 a ondate e su base territoriale: non nazionale, e forse neppure regionale, bensì microterritoriale. Lo scopo, appena dovessero emergere problematicità in una precisa zona, è quella di informare e comunicare tempestivamente e chiudere nell’immediato per evitare una nuova ondata di diffusione del contagio.
Fase 2: il piano Colao per arginare nuovi focolai
Al fine di evitare nuovi peggioramenti a livello nazionale, che imporrebbero un nuovo lockdown con danni ancora più seri per la nostra economia, Colao ha affermato che l’approccio delle riaperture previste nella fase 2 non dovrà essere su base nazionale o regionale, ma a livello microgeografico. “Occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile”. Per l’occasione, informa Colao, è stato indicato al governo un processo, ritenendo fondamentale che le misure di contenimento siano tempestive, sempre con l’auspicio che non siano necessarie.
“La trasparenza sarà fondamentale”
Per Colao resta fondamentale la condivisione delle informazioni. “La trasparenza sarà fondamentale. Se tanti lombardi e piemontesi vanno in Liguria, ogni Regione guarderà i suoi numeri, ma il ministero della Sanità dovrà guardare alle interrelazioni, per capire se il movimento crea focolai”. Saranno i numeri a dire quando sarà possibile proseguire con le riaperture, al fine di minimizzare il danno economico e massimizzare la sicurezza.
Riapertura fase 2 a ondate
In ogni caso la ripartenza sarà “a ondate, pronti a chiudere piccole aree se il male riparte” e le regole saranno comunque diverse in base alle Regioni. Insomma, se le nuove disposizioni potrebbero differire da una Regione all’altra (tra l’Umbria e la Lombardia, ad esempio, le differenze dei numeri sono macroscopiche), la creazione di nuove zone rosse (sperando di non vivere una nuova emergenza) sarà attuata a livello microgeografico.
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