È bagarre al Senato, dopo l’intervento del Premier Conte alle camere. Durante l’audizione parlamentare, le opposizioni si sono mostrate compatte nell’attaccare il governo, insistendo sulla necessità di una ripresa rapida delle attività che metta fine al lungo lockdown, su un intervento più incisivo da parte dello Stato per quanto riguarda gli aiuti e, non in ultimo, sul rispetto dei principi costituzionali.
A far scricchiolare la maggioranza, ancora una volta, è stato Matteo Renzi di Italia Viva, il cui intervento ha giocato un ruolo chiave nel fornire l’assist necessario alle opposizioni del Senato per contrastare l’operato della maggioranza. “Il suo intervento, presidente Conte – ha esordito l’ex Premier Renzi – esige risposte in nome della libertà e della verità: gli italiani per l’emergenza sanitaria sono in uno stato che ricorda gli arresti domiciliari. Non ne usciamo con un paternalismo populista o una visione priva di politica. Nessuno le ha chiesto di riaprire tutto, abbiamo chiesto riaperture con gradualità e proporzionalità”.
Senato, l’ultimatum di Renzi: “se sceglierà il populismo non ci staremo”
“La politica – ha ricordato Renzi dall’aula del Senato – ha il compito di dire parole di chiarezza e di forza: non c’è spazio per un populismo senza strategia politica“.
Non ha usato giri di parole il senatore di Italia Viva, per comunicare al Premier Conte una richiesta che ha il sapore di un vero e proprio ultimatum: “glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio. È stato bravo a rassicurare gli italiani, è stato molto bravo. Il punto però è che nella fase 2 della politica non basta giocare su paura e preoccupazione. C’è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose. Dia un occhio in più ai dati dell’Istat e meno ai sondaggi” (che a quanto pare, in questo momento, premiano Conte, Ndr). “Se sceglierà la strada del populismo – ha poi aggiunto Renzi – non avrà al suo fianco Italia Viva“.
Renzi: no deleghe a comitati scientifici, ridare centralità alla politica
Matteo Renzi ha poi ribadito la centralità della politica e, nella fattispecie, di una visione strategia della politica, in questa fase; una responsabilità che “non possiamo delegare a virologi e comitati scientifici“: “il nostro Paese ha avuto momenti in cui la politica ha abdicato rispetto alle sue responsabilità, nel 1992-93 ha abdicato alla magistratura, nel primo decennio del 2000 quando ha abdicato ai tecnici, ora la politica non abdichi al suo ruolo. non possiamo chiedere a un virologo di decidere come contrastare la disoccupazione o la crisi economica“.
Dai banchi del Senato. l’ex Presidente del Consiglio ha poi sottolineato il divario tra “garantiti” e “non garantiti” come la questione più problematica della crisi economia in atto, conseguenziale al lockdown; una questione poi ripresa a gran voce più tardi dalla senatrice Bernini di Forza Italia: “C’è una nuova divisione più profonda, tra garantiti e non garantiti. La richiamiamo ad avere uno sguardo più ampio sul futuro economico”.
Ha poi ribadito il ruolo prioritario della politica che dovrebbe avere una visione strategica e non ridursi a rincorre gli eventi: “voteremo il decreto sulla liquidità predisposto da Gualtieri ma il mondo va avanti e di fronte a questo ora è il momento di agire: prevenire, non rincorrere“.
Renzi: riaprire sarà come onorare le vittime del coronavirus
La necessaria ripresa dal Lockdown, secondo Renzi, non può essere appannaggio di una concessione governativa, bensì si inscrive nei dettami costituzionali: “Non può essere un dpcm a decidere se l’amicizia è vera o se un rapporto di fidanzamento è saltuario o stabile perché altrimenti siamo in uno stato etico, non in uno costituzionale. Sia più prudente – ha ammonito, rivolgendosi a Conte – quando parla agli italiani: lei ha detto 11 volte “noi consentiamo”. Un presidente del Consiglio non consente, perché le libertà costituzionali vengono prima di lei. Lei non le consente, le riconosce”, perché – riferendosi alle dichiarazioni di Matteo Salvini della scorsa estate – “non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri“. E sulle libertà costituzionali e i diritti, il senatore di Iv ha chiosato: “le questioni principali sono gli scandali nelle Rsa, la mancanza di mascherine, la gestione delle zone rosse, non il runner di troppo, inseguito con l’elicottero della finanza”.
E sempre a proposito di centralità delle scelte politiche e rifiuto della delega, sugli aiuti economici Matteo Renzi ha ribadito nell’aula del Senato, la necessità di interventi urgenti per le partite iva, per gli esercenti e per la piccola e media impresa: “Se chiude un negozio, non ne risente solo la famiglia in difficoltà economiche, è tutta la vita sociale a risentirne. Se aspettiamo gli atti di amore della banche sulla liquidità – ha aggiunto a proposito di una precedente esternazione del governo – non ne usciamo“.
Il modo migliore per onorare le 30mila vittime di quella “bestia terribile e vigliacca” che è il coronavirus, secondo Renzi, è quello di riaprire subito, anche gradualmente, le attività, perché “la gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire, ‘ripartite anche per noi’ “.
Senatori Dem, di LeU e del M5S sono successivamente intervenuti in difesa dell’operato del governo dagli attacchi di Renzi e delle opposizioni, mettendo duramente sotto accusa le parole del senatore di Italia Viva, ritenuto responsabile di fare il gioco delle opposizioni sul fronte di guerra per la fine del lockdown.
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