Senato: opposizioni all’attacco dopo il discorso del Premier
Senato: opposizioni all’attacco dopo il discorso del Premier. La Russa, Salvini e Bernini colgono l’occasione dell’accusa di Renzi per attaccare Conte
Senato: opposizione all’attacco del governo dopo discorso del Premier
Le opposizioni al Senato non hanno perso l‘opportunità lanciata da Renzi per attaccare Conte e l’operato del governo.
“Caro Presidente – ha esordito Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, il quale ha preso parola immediatamente dopo il senatore di Italia Viva – dopo l’intervento di Renzi le comunico che non ha più una maggioranza. Il leader di Italia Viva le ha detto, come io ti ho creato, io ti distruggo”.
Il senatore del partito della Meloni ha poi rivolto gravi accuse al Premier Conte, il quale approfitterebbe dell’emergenza coronavirus per accrescere il proprio consenso politico: “cose degne neanche di un Putin o di un Orban della cui democraticità vi preoccupate molto”. A fronte di un’esposizione mediatica “solitaria” e “senza contraddittorio”, di “confuse conferenze stampa spesso inutili” (perché annuncerebbero provvedimenti che non sono ancora stati fatti), di dpcm “imputabili anche di fronte al Tar”, il parlamento, secondo La Russa, “deve tornare ad essere centrale nella scelta dei provvedimenti che servono al Paese“.
Dagli scranni del Senato, La Russa ha sarcasticamente tuonato contro la nomina di 450 esperti, il cui numero sarebbe superiore a quello dei contagiati, parafrasando Gramellini, il quale dalle colonne del Corriere ha espresso critiche contro il “misterioso comitato scientifico che incarna il totem della decisionalità”. Di fronte a quest’abdicazione della politica – ha sottolineato La Russa, sulla scia di Renzi – è necessario che la politica torni ad essere sovrana. “C’è bisogno di provvedimenti zona per zona e test a tappeto per monitorare operativamente chi ha il diritto di uscire e chi no – ha evidenziato il senatore meloniano -, non bisogna discriminare in base ai settori, ma in base alla conformità di protocolli di sicurezza che devono valere per tutti. Chi rispetta quel protocollo, a prescindere dalla categoria, deve avere il diritto di lavorare. L’economia – ha poi chiosato – aspettava risposte chiare: interventi a fondo perduto che non ci sono stati, non uno Stato che chiede atti d’amore alla banche”.
Senato: l’affondo di Salvini
A prendere la palla al balzo è poi stato Matteo Salvini, il quale si è intestato la vittoria sullo scostamento di 55 miliardi dal Def (che successivamente la senatrice pentastellata Maiorino definirà “fake news”), presentandola come esito del senso di responsabilità e spirito di collaborazione delle opposizioni nei confronti del governo. “Senza di noi – ha ammonito il leader del Carroccio, rivolgendosi al Capo del governo – avreste perso per strada molto tempo e miliardi di euro. Ora, però, tornate sulla terra: di belle parole ne abbiamo sentite abbastanza! Per molti italiani quei soldi – il “bonus” dei 600 euro (ndr) – sono la differenza tra la vita e la morte”.
Anche Salvini ha richiamato sulla questione della legittimità costituzionale dei provvedimenti di Conte, sottolineando il paternalismo del Premier: “qualcuno sta trattando gli italiani come bambini dell’asilo, che vanno accuditi e a cui concedere un giro in bici, una passeggiatina, purché non troppo troppo lontani da casa. Ma gli italiani hanno dimostrato di essere un popolo responsabile! Restituiamo dunque fiducia e responsabilità agli italiani”. Il Leader della Lega ha poi parlato espressamente di governo ostaggio della lobby della Cgil “che dice quello che si può o non si può fare”: “i voucher no, lo stralcio del Codice degli appalti no… il governo deve scegliere tra la burocrazia, lo statalismo (riferendosi alla cultura della sinistra, ndr) e la libertà dei produttori. Noi preferiamo la libertà dei produttori“- ha chiosato poi Salvini.
Infine, il leader leghista in Senato ha fatto riferimento alla necessità di un intervento urgente da parte dello Stato affinché mutui, affitti e utenze “siano sospese” e le cartelle esattoriali “siano stracciate” e ha richiamato l’attenzione sulle risposte attese da parte di partite iva (“parrucchieri, albergatori, che devono fare?) e di chi è in attesa di percepire la cassa integrazione. “Centralizzare lo Stato e burocrazia – ha concluso Salvini – è la mentalità della sinistra. Il mio e nostro progetto al contrario vuole restituire totale libertà d’azione ai cittadini e agli imprenditori del paese: libertà di impresa, libertà di culto, libertà sindacale vera, certezza della pena. Rimarremo in parlamento finché non si daranno risposte concrete agli italiani. Basta chiacchiere!”
Forza Italia vicina alle posizioni di Renzi
L’intervento – più moderato ma non per questo meno incisivo – Anna Maria Bernini (Forza Italia) sembra riecheggiare il discorso di Conte: “qui siamo in parlamento, la task force numero 1 della Repubblica Italiana – ha sottolineato la senatrice forzista – è la casa legittima degli italiani“. Poi, rivolgendosi a Conte: “Lei ha cercato di mettere all’angolo il parlamento, Lei ha giurato su una Costituzione che fa del parlamento il luogo centrale della democrazia italiana e ha delegato la responsabilità dei poteri del parlamento a comitati tecnici scientifici. Governare non significa delegare, ma scegliere, assumersi le responsabilità. Invece, lei – ha proseguito con parole d’accusa per il Premier la senatrice – sta fuggendo dal voto, dal giudizio delle opposizioni, dal giudizio dei suoi “congiunti ” – ha sottolineato con sarcasmo, riferendosi alla maggioranza – qualcuno più stabile qualcun altro meno stabile”, alludendo ai malumori renziani.
Dal banco del Senato, la Bernini ha poi aggiunto: “c’è un’Italia fatta di esercenti, lavoratori, imprenditori che aspettano risposte. Abbiamo bisogno di fatti, di uno stop alle scadenze fiscali. Che non vi venisse in mente di far pagare le tasse a chi non ha guadagnato! Abbiamo bisogno di pace, di un patto tra Stato e contribuenti.”
Successivamente, è partito l’affondo della senatrice berlusconiana: “Lei parla sempre al futuro, è da due mesi che va avanti è così. Il futuro è adesso. Chi è entrato in questa crisi in una condizione debolezza, deve essere in condizione di uscirne, certamente non più debole di prima. Ci sono 12 milioni di cittadini che aspettano la Cassa Integrazione e il bonus di 600 euro. Ci sono milioni di artigiani e imprenditori e negozianti che chiedono di riaprire. Ci renda liberi, restituisca agli italiani la libertà“.
Sulla scia degli interventi precedenti di Salvini e La Russa (ma anche di Matteo Renzi), ha aggiunto: “la libertà non è qualcosa che lei toglie e restituisce a suo piacimento: la libertà è libertà di movimento, di circolazione, di associazione, di culto!”. Ha poi ribadito: “il futuro è adesso. Non venga più a parlarci di futuro. Soldi subito! Stop alle scadenze e gli accertamenti fiscali! Contributi a fondo perduto subito! Stop alla burocrazia” – questo il programma della forzista Bernini, la quale non si è lasciata sfuggire, a chiusura del suo discorso in Senato, una citazione di Pietro Calamandrei e un riferimento alla festa per eccellenza della sinistra e del movimento operaio:” la libertà è come l’aria! Domani è il primo maggio, che sia la festa del lavoro, non la festa che voi fate a chi ha bisogno di lavorare”.
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