Visita specialistica urgente: chi può prescriverla e il codice di urgenza
Visita specialistica ed urgenza: qual è l’iter da seguire per fare celermente un esame o un test presso un medico specializzato in un dato settore?
Talvolta si pone la necessità di una visita specialistica urgente, che consenta quindi di evitare lunghe attese, in modo da svolgere con tempestività le dovute analisi negli ospedali o nelle Asl. Infatti, può verificarsi che le particolari condizioni di salute di un individuo impongano una visita specialistica urgente o una analisi diagnostica in tempi ridottissimi, da parte dei dottori del Servizio sanitario nazionale. Insomma, in molte occasioni lo stato della malattia non permette di attendere i tempi ordinari delle strutture sanitarie nazionali. Vediamo allora di seguito chi può prescrivere la visita specialistica urgente e sulla base di quali motivazioni.
Visita specialistica e SSN: una tutela costituzionale
In effetti la legge permette di accelerare le consuete tempistiche delle indagini mediche sullo stato di salute di una persona, con esami specialistici e mirati, che vadano oltre i comuni test del sangue o lastre. In circostanze particolari, in cui può sussistere un problema di salute non ben evidenziato dai primi test, può essere fondamentale procedere con la prescrizione di una visita specialistica urgente. Anzi, tale possibilità è espressamente conferita ai medici di famiglia e il diritto a questo tipo di visita urgente fa parte dei diritti riconosciuti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) a tutti i pazienti. Insomma, è ammessa – al fine di evitare di ricorrere ai medici privati con spese a volte anche elevate – la richiesta al medico di base di attestare l’urgenza della visita nell’impegnativa. Con quest’ultimo termine si intende il documento con cui il medico di medicina generale (o il pediatra) prescrive le prestazioni specialistiche (ad esempio analisi, visite ed altri esami mirati).
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN, istituito con la legge n. 833 del 1978) è quella struttura assistenziale che assicura il diritto costituzionale alla salute per tutti coloro che si trovano nel territori dello Stato – cittadini e stranieri – di cui all’art. 32 Cost. (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti“). Le prestazioni sanitarie offerte da tale Servizio, sono solitamente date in forma gratuita. Ma non sempre: infatti, a taluni cittadini può essere domandato di contribuire ai costi sopportati da Stato e Regioni per quanto riguarda tali prestazioni. Ciò attraverso il ticket, ovvero una tassa, una quota di partecipazione da parte dei cittadini alla spesa pubblica sanitaria, a titolo di controprestazione per l’assistenza sanitaria data dal SSN. Tuttavia la legge prevede un sistema di esenzioni per fasce di età, reddito e per medicinali e servizi denominati “salvavita”. Ricordiamo infatti che il citato art. 32 Cost. impone cure gratuite per gli indigenti.
Prenotare gli esami: la richiesta al CUP
In linea di massima, quando si tratta di visita specialistica presso una struttura sanitaria del SSN, è necessario fare riferimento al cosiddetto “principio di equità” che regola i rapporti tra paziente e struttura sanitaria. In buona sostanza, secondo esso, sussistendo le stesse esigenze di salute deve essere garantita a tutti i cittadini parità di accesso alle prestazioni del SSN, secondo tempi congrui.
In Italia esiste il Cup (Centro Unico Prenotazioni), che ha proprio la funzione di accelerare le procedure e favorire lo svolgimento delle visite entro i tempi più brevi possibile. Insomma, per fare in concreto le prenotazioni esami e visite specialistiche, è necessario rivolgersi a questo Centro secondo differenti modalità (con numero verde, attraverso le farmacie abilitate al servizio, recandosi allo sportello CUP e se, previsto, anche in via telematica): il Cup ha una rete di sedi dislocate su tutte la penisola, con competenze territoriali ben definite. Infatti, tale struttura di raccordo ha lo scopo di smistare tutte le varie domande verso le strutture sanitarie più facilmente accessibili e prossime alla residenza dell’interessato.
In ogni caso, per effettuare una prenotazione di una visita specialistica presso una struttura del SSN, è necessario che la persona interessata si munisca di prescrizione ad hoc rilasciata dal proprio medico di famiglia. Insomma, laddove il medico di base capisce che per un certo problema serve il parere di un esperto di un particolare campo della medicina e/o un esame specifico, farà una prescrizione medica. In particolare, in tale prescrizione il medico di famiglia indicherà un codice, che servirà a stabilire l’urgenza della diagnosi e quindi se si tratta o meno di visita specialistica urgente. In altre parole, il paziente che deve fare la visita è inserito in una lista di attesa, ovvero in una graduatoria, in cui la collocazione più o meno alta dipende dal livello di urgenza della diagnosi (ovvero dipende dal tipo di codice indicato dal proprio dottore sulla prescrizione).
I codici cui fare riferimento sono identificati da lettere, e vanno dalla lettera “P”, riferita alle visite di routine, fino alla lettera “U”. Quest’ultima, in particolare, indica proprio la visita specialistica urgente, ovvero quella da farsi al più presto, a causa della condizione psico-fisica del paziente, e non oltre le 72 ore dalla richiesta di quest’ultimo. Anzi, la prenotazione, in tale ipotesi, deve essere compiuta entro 2 giorni dalla prescrizione medica. Altrimenti, si perde la priorità.
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Per poter di fatto svolgere l’esame in modo repentino, è necessario però che il test da fare sia ricompreso nelle aree prioritarie di intervento previste dal SSN (ad es. le patologie legate al cancro). Laddove la visita specialistica urgente non abbia strutture ad hoc nella propria Regione di residenza, è possibile fare richiesta al Cup di altra Regione e prenotare la visita specialistica altrove.
Una ulteriore tutela per i cittadini che debbono fare visite
Infine, notiamo che la legge italiana ammette una tutela non da poco per i cittadini che debbono sostenere visite mediche. Se il SSN non può fornire (per ragioni organizzative, mancanza di personale, strumentazioni ecc.) la prestazioni richiesta, secondo le tempistiche incluse nel citato codice, colui che deve fare la visita può andare presso una struttura privata, ma addebitando i costi al sistema sanitario locale. Insomma, il paziente pagherà soltanto l’eventuale importo del ticket e nient’altro (cosi infatti prevede il d. lgs. n. 124 del 1998).
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