Come è stato regolamentato il gioco online dal governo negli ultimi anni

Pubblicato il 5 Maggio 2020 alle 15:24 Autore: Redazione
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Il gioco d’azzardo è una pratica che presenta davvero un’infinità di ramificazioni e che è sempre più diffusa negli ultimi anni a livello globale. In particolare, il settore sembra essere molto apprezzato da sempre dai cittadini italiani. Con il cambiamento e l’innovazione tecnologica che hanno coinvolto qualsiasi ambito del quotidiano, anche questo settore ha vissuto una trasformazione notevole.

È sempre più diffuso e praticato infatti il gioco virtuale: il numero di utenti che si affidano a casino online, di fatto preferendo questa soluzione rispetto a quella classica dei luoghi adibiti al gioco fisico, è in costante aumento. Questa tendenza ha però purtroppo portato negli ultimi anni anche ad un aumento della ludopatia, e di conseguenza ha spinto il governo a prendere un certo numero di iniziative per contrasto.

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Fonte: Pexels

Le misure del governo: il decreto dignità

In questo senso l’ormai ex governo gialloverde aveva varato ed approvato, nell’estate del 2018, il decreto dignità. Questo documento si concentrava su quattro punti fondamentali, ed ai tempi la principale attenzione non era stata posta su quello che riguardava in maniera diretta i cambiamenti per il settore gaming e gambling. I quattro punti essenziali erano: le semplificazioni fiscali; la disincentivazione alla delocalizzazione; la lotta alla precarietà, lo stop alla pubblicità dei giochi che prevedono premi in denaro.

Proprio il quarto punto andava a costituire un attacco piuttosto netto ed evidente al settore del gaming, fisico ed online, seguendo la volontà di contrastare come detto la crescente ludopatia. Non a caso la premessa di questo argomento e della sua corrispettiva sezione all’interno del decreto era la seguente: “Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre strumenti volti a consentire un efficace contrasto alla ludopatia”.

In sostanza, attraverso questo decreto veniva emanato e promulgato il divieto assoluto per ogni forma di pubblicità, fosse questa diretta o indiretta, relativa a qualsiasi gioco o scommessa che comportava la vincita in denaro. La pubblicità era stata bloccata nella pratica su tutti i canali comunicativi esistenti. L’unica eccezione a queste misure erano tutti quei contratti pubblicitari già in corso al momento dell’approvazione del decreto, che dovevano invece fare riferimento alla normativa precedente.

Il nuovo documento prevedeva anche pene parecchio salate nel caso in cui il regolamento non fosse stato rispettato: multe a partire da un importo di 50.000€ per ogni effrazione, che sarebbero stati devoluti ogni volta al Ministero per la Salute. Questo, nell’ottica di destinare tutti questi proventi ad un fondo per il contrasto del gioco d’azzardo. Ma nella pratica, questi provvedimenti presi dal decreto dignità si sono rivelati utili e soprattutto hanno dato i frutti sperati?

Qual è l’impatto effettivo sul settore gambling

La situazione odierna ci dice che la realtà dei fatti non è proprio quella auspicata: in realtà, al contrario, il regolamento stabilito dal decreto dignità sembra aver avuto più che altro un effetto negativo per tutto il settore del gaming ed aver causato un danneggiamento collettivo, in particolare rivolto a tutti coloro che fanno parte dell’ambito e si contraddistinguono per avere attività legali, regolari e controllate.

Ma come è possibile uno scenario di questo tipo? Diventa realistico nel momento in cui si considera il fatto che questo decreto è stato più volte attaccato per via di due principali ragioni: in primo luogo presenta parecchie lacune relative a specifici casi e situazioni, e inoltre in alcuni punti va addirittura ad essere in contrasto con altre leggi riguardanti questa tematica emesse in precedenza.

Il problema alla base sta nel fatto che avendo emanato delle misure così restrittive, relative a tutto il gioco d’azzardo in maniera generale, è chiaro come gli enti più colpiti siano quelli legali rispetto a quelli illeciti, che erano invece il principale obiettivo di tutte le legislazioni precedenti in materia di scommesse.

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