Per il ministro Bellanova gli irregolari hanno le “competenze”

Pubblicato il 6 Maggio 2020 alle 12:40
Aggiornato il: 11 Maggio 2020 alle 20:15
Autore: Francesca Ronchin

L’idea del ministro Bellanova non è nuova. Sono settimane che vengono lanciati numerosi appelli, in nome di motivi sanitari, per una sanatoria

Campo di grano
Per il ministro Bellanova gli irregolari hanno le “competenze”

I punti oscuri della sanatoria che mette sotto pressione il Governo

“Per lavorare in campagna servono competenze ben precise”, ha detto il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova. “La raccolta di frutta e verdura è un lavoro duro. Non lo possono fare tutti e serve passione”. Vero. Ogni lavoro richiede professionalità. Le caratteristiche che servono però devono essere molto rare se a fronte di 2 milioni di disoccupati, 900.000 cittadini che godono del reddito di cittadinanza e 2,5 milioni che potranno contare su quello di emergenza, per risolvere il problema della mancanza di manodopera nei campi serve fare una sanatoria per 600.000 migranti irregolari.

Con la crisi disoccupazione al 17%: i potenziali lavoratori non mancano

L’idea non è nuova. Sono settimane che economisti, accademici, e decine di associazioni impegnate per l’apertura delle frontiere, in nome di motivi per lo più sanitari lanciano appelli a favore della sanatoria. Stupisce però che il Ministro dell’Agricoltura chieda permessi temporanei da fare con il decreto di maggio quando, con una disoccupazione al 9,7% che da previsioni di Goldman Sachs potrebbe arrivare addirittura al 17%, il problema di questo Paese non sembra essere trovare nuovi potenziali lavoratori ma contratti di lavoro regolari e salari sufficienti a vivere.

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Il Ministro ha spiegato che l’obiettivo è quello di combattere il caporalato, far emergere il lavoro sommerso anche tra badanti e colf, settore in cui lavora il 67% degli stranieri. Obiettivi condivisibili ma difficilmente praticabili con una sanatoria realizzata in fretta e dunque svincolata all’esistenza di un regolare contratto di lavoro. Che tipo di futuro si può garantire a migranti che si vedranno dare un permesso temporaneo di solo 3 mesi? Chi controllerà che, una volta regolarizzati, i migranti non finiranno nuovamente nei circuiti del lavoro nero? Che forza contrattuale potrà avere un migrante appena regolarizzato per rivendicare i suoi diritti e non soccombere alle pretese di qualche datore di lavoro senza scrupoli se per l’ISTAT persino 3,7 milioni di italiani che lavorano tra situazioni di nero e caporalato? Teniamo presente che i 150.000 lavoratori che mancano nelle campagne sono stagionali, provengono per lo più dall’Est e a fine stagione sono soliti tornare a casa. Di cosa vivranno invece i migranti regolarizzati durante l’inverno? Dove andranno? Chi darà loro un lavoro?

Migranti regolari: 2 su 3 poveri e già 400mila disoccupati

Inutile sperare che il permesso di soggiorno possa essere garanzia di un lavoro perché tra gli stranieri regolari ci sono già ben 399mila disoccupati. Figuriamoci il contratto regolare. Lo sanno bene i 2 milioni di lavoratori stranieri regolari che si trovano a dover fare i conti con situazioni di estrema precarietà. Per lo più senza qualifiche, hanno contratti a termine spesso solo di 3 mesi e proprio in quei settori dove regna il sommerso. Figuriamoci infine il salario sufficiente a vivere. Secondo l’ISTAT il 30% degli stranieri regolari versa in condizioni di povertà assoluta e 2 famiglie su 3 sono povere. Per l’INPS si trovano sotto la no tax area, senza pensione e in situazioni di totale esclusione da quelle forme di welfare previste per i soli cittadini italiani.

Oltre 11 miliardi per disoccupati e ricerca del lavoro

Per Coldiretti che ha lanciato l’allarme a fine marzo e da settimane chiede al Governo di lavorare con i Paesi più rilevanti per provenienza dei lavoratori (Romania in primis) per trovare accordi sui corridoi verdi, la soluzione immediata può arrivare dai voucher semplificati. Un modo per far lavorare anche studenti, pensionati e cassaintegrati già in fila tra oltre 4000 richieste inviate online. Anche il Ministro, in un’intervista rilasciata lo scorso 30 aprile al Corriere del Mezzogiorno, sembrava possibilista ma ad oggi nessuna risposta è stata data in questo senso tant’è che a questo punto, la proposta sul tavolo sembra suggellare una preoccupante verità: gli italiani non devono lavorare e se non vogliono sporcarsi le mani nei campi, negli allevamenti o nell’assistenza agli anziani, è giusto assecondarli con misure assistenziali.

Siamo sicuri che gli italiani siano degli sfaticati? Se ci fossero dei contratti regolari e dignitosi continuerebbero a tirarsi indietro? E se al momento i salari disponibili non sono del tutto sufficienti, è giusto che i cittadini stiano comunque a casa a carico del welfare?  Se così fosse diciamolo chiaramente, anziché studiare soluzioni che facilitino il lavoro dei regolari abbiamo bisogno di altri lavoratori da sfruttare quanto basta a garantirci la raccolta delle fragole che vogliamo sulle nostre tavole.

Diciamo che abbiamo capito male, che l’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro ma sulla ricerca del lavoro 11 miliardi di euro verranno spesi tra reddito di cittadinanza e di emergenza. Diciamo infine che mentre altri miliardi vengono spesi per l’assunzione di 3000 navigator deputati a cercarci il lavoro, quando poi il lavoro finalmente c’è, è meglio che lo facciano gli irregolari.

Ma chi comanda in Italia, in questo momento?

Come sia possibile che nel giro di pochi giorni, il Ministro Bellanova sia passata dall’apertura ai voucher alla sanatoria dei migranti irregolari: difficile capirlo. Certo è che se il Ministro vuole davvero questa regolarizzazione per coronare una delle battaglie a lei più care come quella contro il caporalato, si faccia la regolarizzazione ma a fronte di un contratto di lavoro. In caso contrario la sensazione è che si stia sfruttando la crisi sanitaria per portare avanti idee che non c’entrano nulla con l’emergenza nei campi. Se invece il motivo è legato esclusivamente al contenimento del virus, nulla vieta al Governo di chiedere l’intervento delle autorità sanitarie e delle forze dell’ordine. Anzi, avrebbe già dovuto farlo.

Una sanatoria per mettere in crisi il governo?

Il Ministro dell’Agricoltura dice di poter contare sull’appoggio del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che però, finora ha sempre ribadito che la
regolarizzazione non può essere per tutti. Le interpretazioni a questo punto diventano da retroscena e ci inducono a leggere la mossa del ministro Bellanova come un’operazione utile ad ampliare il consenso di Italia Viva a sinistra e mettere sotto pressione il premier Conte alle prese con il decreto maggio. Insomma, vantaggi politici di ben altro tenore rispetto a quelli umanitari. Se così fosse, la manovra di accerchiamento sicuramente non dispiacerà neanche all’altro Matteo, che da mesi scalpita per mettere sotto scacco il Governo.

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L'autore: Francesca Ronchin

Giornalista professionista, inviata di cronaca e attualità per programmi RAI e La7. Collabora con varie testate nazionali in particolare sui temi legati a flussi migratori, ONG e politiche di accoglienza.
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