Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e il commissario all’economia Paolo Gentiloni hanno fatto recapitare una lettera al presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno nella quale assicurano che per i Paesi che sceglieranno di attivare il Mes, il Fondo salva-Stati che consente di accedere a prestiti (senza condizionalità per le spese sanitarie), non ci sarà alcun commissariamento.
Infatti, l’accesso alla linea di credito precauzionale rafforzato è previsto per tutti gli altri casi di attivazione del Mes, ma non per i prestiti per le spese sanitarie per le quali, nell’ultima riunione dell’Eurogruppo il 9 aprile scorso, si è decisa l’eccezione dal regolamento.
La vigilanza sarà dunque esercitata solo dalla Commissione Ue nell’ambito delle attività del semestre europeo, ma non ci sarà nessun commissariamento alla stregua di quello che la Troika (Bce-Commissione Ue-Fmi) esercitò in Grecia durante la crisi del debito sovrano.
Tutto fa pensare che, a queste condizioni – ovvero senza condizionalità per le spese sanitarie e senza rischi di “commissariamento” -, il governo Conte potrebbe essere indotto ad accettare il “Mes light” (o “sanitario”), malgrado i mal di pancia dei pentatellati.
La rassicurazione circa le condizioni del rientro del debito è un‘ulteriore arma “politica” della Commissione per far ingoiare alla maggioranza la pillola del Mes. Tanto più che il prestito eventualmente richiesto dall’Italia sarebbe limitato (si parla di 36 miliardi di euro) e che la Commissione stessa ha assicurato la sostenibilità del debito italiano che arriverà al 159% del Pil nel 2020 e raggiungerà il 140% solo nel 2030.
Mes “light”: l’Eurogruppo deciderà i dettagli. Patto di stabilità sospeso a lungo
Gentiloni, inoltre, avrebbe confermato la sospensione del patto di stabilità per tutta la durata della crisi sanitaria e anche oltre. La sospensione del patto di stabilità dovrebbe essere sufficiente per disinnescare qualunque richiesta di rientro da parte del Mes nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo potrebbe essere chiesto a tutti i Paesi di dover rientrare nei parametri, indipendentemente dai livelli di crescita realizzati dai singoli Paesi.
Per venerdì 8 maggio, intanto, è prevista la videoconferenza dell’Eurogruppo che, con tutta probabilità, sarà influenzata dalla lettera di Gentiloni e Dombrovskis e sarà tutta incentrata sui dettagli: i tassi dei prestiti (i cui livelli e la durata dovranno essere concordati), la durata del Mes “sanitario”, cioè senza condizionalità per le spese sanitarie (fino all’eventuale scoperta e produzione del vaccino o anche oltre?). Tutte questioni ancora sul tavolo dei ministri delle Finanze.
Una cosa, intanto, è certa: ciò che si stabilirà nel corso di questi negoziati sarà di importanza decisiva per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Infatti, è stato assicurato il principio dell’immutabilità delle regole in corso d’opera (e, in ogni caso, è concessa la possibilità di proroghe).
Anche stavolta il governo olandese sarà in prima linea (assieme ad Austria e “falchi del Nord”) per far sì che il periodo del Mes “light” possa essere breve, anche se sarà impossibile ottenere per Rutte che la durata del fondo di 240 miliardi sia inferiore alla durata stessa dell’emergenza.
La questione del nuovo Q.e. della BCE
Altro nodo che i ministri finanziari dovranno affrontare nell’Eurogruppo dell’8 maggio riguarderà i contrasti tra la BCE e la Corte costituzionale tedesca che, qualche giorno fa, “ha bocciato” il Q.e. di Draghi, con una sentenza che ha ingiunto la BCE a giustificare entro tre mesi di non aver acquisito il debito pubblico degli Stati in modo “sproporzionato” e contrario a quanto stabilito dai trattati.
Sarà probabile che l’incontro si chiuderà con una dichiarazione finale in appoggio della BCE di cui si vuole assicurare l’indipendenza. Ciò consentirà alla BCE di continuare l’acquisto dei titoli di debito attraverso la manovra di 750 miliardi, varata dalla Lagarde per contrastare la crisi economica pandemica.
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