La votazione per la fiducia al Governo, tenutasi alla Camera dei Deputati il 29 settembre 2010, ha dato risultati interlocutori, che come di consueto sono stati presentati da ciascuna parte politica come una propria vittoria.
È però sufficiente leggere le dichiarazioni dei principali esponenti della maggioranza per capire come vi sia molta incertezza in merito: secondo il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “la maggioranza è più forte“, ma già secondo il suo alleato Umberto Bossi “i numeri sono limitati e la strada è stretta“.
In realtà è possibile analizzare il voto sia in termini quantitativi che qualitativi, e capire se la maggioranza che sostiene il governo si sia rafforzata o meno nel corso della legislatura.
Il risultato delle elezioni politiche del 13 aprile 2008 ha sancito alla Camera il seguente risultato:
- ALD 1 seggio (opposizione)
- IDV 29 seggi (opposizione)
- Lega 60 seggi (maggioranza)
- MAIE 1 seggio (opposizione)
- MPA 8 seggi (maggioranza)
- PD 217 seggi (opposizione)
- PdL 276 seggi (maggioranza)
- UDC 36 seggi (opposizione)
- SVP 2 seggi (opposizione)
In totale quindi 286 voti per l’opposizione e 344 voti per la maggioranza, a cui bisogna toglierne uno in quanto Gianfranco Fini (PdL) venne eletto Presidente dell’Aula. Inoltre è da segnalare che ad inizio legislatura i deputati Baccini (UDC), Merlo (MAIE) e Nucara (PdL) non risultavano iscritti ad alcun gruppo parlamentare e pertanto erano conteggiati nel Gruppo Misto assieme ai tre deputati delle minoranze linguistiche e agli otto dell’MPA.
Nei due anni e mezzo di legislatura fino a qui trascorsi svariati deputati hanno tuttavia cambiato casacca, sia verso altre aree dello stesso schieramento sia tra aree opposte.
Il partito più penalizzato da questo punto di vista è stato il PdL. Oltre al già citato Nucara, da questa formazione sono infatti fuoriusciti ben 35 parlamentari (Angeli, Barbareschi, Barbaro, Bellotti, Bocchino, Bongiorno, Briguglio, Buonfiglio, Catone, Consolo, Conte, Cosenza, Della Vedova, Di Biagio, Divella, Fini, Granata, Lamorte, Lo Presti, Menia, Moffa, Moroni, Napoli, Paglia, Patarino, Perina, Polidori, Proietti Cosimi, Raisi, Ronchi, Ruben, Scalia, Siliquini, Tremaglia e Urso) verso il nuovo soggetto politico di Fini, FL. A questi sono poi da aggiungere quattro deputati diretti verso il Gruppo Misto (Guzzanti, La Malfa, Melchiorre e Tanoni), ed uno verso l’UDC (Mondello).
Ad una simile fuoriuscita fa eco l’ingresso del solo Baccini, proveniente dal Gruppo Misto.
Il bilancio netto del partito è -40, portando il gruppo parlamentare PdL a 236 elementi (-14,5%).
Anche il PD ha avuto un bilancio negativo. Le fuoriuscite hanno avuto come destinatari l’UDC (Binetti, Carra, Lusetti, Mantini) ed il Misto (Calearo Ciman, Calgaro, Cesario, Gaglione, Lanzillotta, Mosella, Ria, Vernetti). Come per il PdL vi è stato un solo ingresso, quello di Touadi proveniente dall’IDV.
In totale il PD vede i suoi membri calare a 206 deputati (-5,1%).
La Lega ha perso un unico elemento, Grassano, che, chiamato per sostituire Cota neoeletto governatore del Piemonte, ha scelto di non aderire al gruppo originario e passare nel Misto.
Questa formazione ha visto quindi la propria compagine scendere a 59 elementi (-1,7%).
L’IDV non ha visto nessuna adesione, mentre ha subito le fuoriuscite di Touadi, verso il PD, e di Giulietti, Misiti, Pisicchio e Porfidia verso il Misto.
Il residuo è quindi formato da 24 elementi (-17,2%).
Per quanto riguarda l’UDC, oltre a Baccini si sono avute fuoriuscite solo verso il Misto (Drago, Mannino, Pionati, Pisacane, Romano, Ruvolo, Tabacci). Gli ingressi sono invece stati Binetti (PD), Carra (PD), Lusetti (PD), Mantini (PD), Merlo (Misto), Mondello (PdL), Ria (Misto, precedentemente PD).
Il saldo è negativo per una unità, portando il totale del gruppo a 35 elementi (-2,8%).
[ad]Il vero vincitore di questi cambi di squadra è dunque il Gruppo Misto, che pur perdendo Baccini verso il PdL acquista Calearo Ciman (PD), Calgaro (PD), Cesario (PD), Drago (UDC), Gaglione (PD), Giulietti (IDV), Grassano (Lega), Guzzanti (PdL), La Malfa (PdL), Lanzillotta (PD), Mannino (UDC), Melchiorre (PdL), Merlo (MAIE), Misiti (IDV), Mosella (PD), Pionati (UDC), Pisacane (UDC), Pisicchio (IDV), Porfidia (IDV), Romano (UDC), Ruvolo (UDC), Tabacci (UDC), Tanoni (PdL) e Vernetti (PD).
In totale quindi il gruppo misto si ritrova composto da 35 elementi (+150%).
In particolare il Gruppo Misto risulta a sua volta suddiviso nelle seguenti componenti:
- Alleanza per l’Italia: Calgaro, Lanzillotta, Mosella, Pisicchio, Tabacci, Vernetti
- LiberalDemocratici – MAIE: Grassano, Melchiorre, Tanoni
- Noi Sud: Belcastro, Gaglione, Guzzanti, Iannaccone, Milo, Sardelli
- Minoranze linguistiche: Brugger, Nicco, Zeller
- Movimento per le Autonomie: Commercio, Latteri, Lo Monte, Lombardo, Misiti
- Repubblicani: La Malfa, Nucara, Pionati
- Nessun partito: Calearo Ciman, Cesario, Drago, Giulietti, Mannino, Pisacane, Porfidia, Romano, Ruvolo
Sono infine da segnalare due cambi di casacca a somma zero, quello di Sbai (PdL – FL – PdL) e di Scanderebech (UDC – PdL – UDC).
Il voto di fiducia del 29 settembre è terminato con 342 SI, 275 NO, 3 astenuti e 9 assenti alla votazione. Nell’analisi che segue i due voti contro la fiducia da parte di Granata e Tremaglia (FL) verranno conteggiati come dei SI per omologazione con l’indicazione fornita dal gruppo parlamentare.
Tra gli assenti si registrano Buttiglione (UDC), Fedi (PD), Gaglione (Misto – Noi Sud), Marrocu (PD), Menia (FL), Misiti (Misto – MPA), Pittelli (PdL), Sbrollini (PD) e Schirru (PD).
Alla causa del SI possiamo associare solo Menia, Misiti e Pittelli: gli altri, per appartenenza politica o per dichiarazioni pubbliche, erano per il NO.
Gli astenuti sono stati Brugger (Misto – Minoranze Linguistiche), Calearo Ciman (Misto) e Zeller (Misto – Minoranze Linguistiche).
Di questi solo Calearo ha dimostrato interesse per la compagine governativa, tale da poter ipotizzare il suo voto come un SI potenziale.
Quindi un totale di 348 SI.
I deputati eletti con l’opposizione che hanno votato la fiducia o che sono considerabili vicini alla maggioranza sono Calearo Ciman, Cesario, Drago, Mannino, Misiti, Pisacane, Pionati, Porfidia, Romano e Ruvolo; hanno fatto invece il percorso inverso Grassano, Guzzanti, La Malfa, Melchiorre, Mondello e Tanoni.
Un bilancio favorevole alla maggioranza, quindi, di cinque elementi.
Da un punto di vista meramente aritmetico è quindi corretto dire che la maggioranza si è rafforzata.
Se però si estende l’analisi all’ambito qualitativo, i risultati cambiano.
Rispetto alla Camera uscita dalle urne la maggioranza risulta infatti estremamente più frammentata: i gruppi che la compongono diventerebbero infatti PdL (236), Lega (59), FL (34, poiché Fini non vota), Misto (8), Misto – MPA (5), Misto-Noi Sud (4), Misto – Repubblicani (2).
Di tali gruppi ben tre risultano essere aritmeticamente determinanti per il raggiungimenti in Aula della maggioranza assoluta, in special modo se, visti i crescenti contatti tra Fini e Lombardo, ai voti di FL si aggiungono quelli del MPA.
L’attuale incompatibilità tra PdL e FL sul tema della giustizia vanifica pertanto l’allargamento della maggioranza, e al contrario lascia molte incertezze sul prosieguo della legislatura, specie se, come pronostica Bocchino, il peso di FL nella coalizione dovesse aumentare ulteriormente.
Matteo Patané
(Blog dell’autore: Città Democratica)