Pensioni ultima ora: i mesi caratterizzati dall’emergenza coronavirus produrranno effetti pesanti sull’economia dei Paesi di tutto il mondo. Le stime sono abbastanza negative per l’Italia e per ora è difficile aspettarsi di meglio. Intanto si valutano anche gli effetti indiretti di ciò che può rappresentare una simile battuta d’arresto. Per esempio in materia previdenziale.
Pensioni ultima ora, il caso del personal trainer costretto ad interrompere le attività
L’argomento è stato al centro di uno dei servizi andati in onda nel corso dell’ultima puntata del programma tv di La 7 Di Martedì condotto da Giovanni Floris. Nel servizio a firma di Silvia Ciufolini è stato esaminato nel concreto il caso di un personal trainer. Uno dei tanti lavoratori costretti dall’emergenza coronavirus ad interrompere la propria attività lavorativa. Lo stesso Andrea nel servizio ha dichiarato: “Sono passato da una riduzione drastica del fatturato. Il bonus da 600 euro è stato erogato intorno alla seconda metà di aprile ma ovviamente la preoccupazione maggiore per noi professionisti è come sarà il prossimo futuro”.
In base al reddito in media di 1500 euro mensili – viene spiegato nel servizio – Andrea versa ogni anno alla gestione separata dell’Inps 4500 euro di contributi che aumentano di 250 euro annui la sua pensione futura. Ma questo in condizioni normali.
“Andrea per effetto del coronavirus non solo non ha incamerato reddito ma soprattutto non verserà i 750 euro di contributi alla gestione separata che corrispondono a marzo e aprile. La sua futura pensione già registra dei danni. Per il 2020 non si incrementerà di 250 euro ma di 40 euro in meno cioè 210 euro”.
Gli effetti
Pensioni ultima ora – Prendendo in considerazione il caso descritto gli effetti futuri sono di almeno due tipi. Il singolo lavoratore vedrà diminuire il montante contributivo e di conseguenza andrà incontro ad una pensione più bassa proprio in funzione dei buchi contributivi ed in base al funzionamento del sistema contributivo.
In più come viene annotato nello stesso servizio la “recessione potrà comportare un minor afflusso di contributi nelle casse dell’INPS e quindi richiedere un maggiore trasferimento di risorse dallo Stato per compensare in qualche modo queste minori entrate. E le risorse in più le pagherà la fiscalità generale quindi tutti noi”.
L’esiguità di risorse e le potenziali difficoltà legate alla disponibilità delle risorse è per il governo in carica un tema di cui tenere conto tanto più di fronte alla richiesta di sindacati e lavoratori di un nuovo sistema previdenziale. La richiesta di maggiore flessibilità passa dalla disponibilità di maggiori risorse che al momento è sempre più difficile intravedere anche per il prossimo futuro. Almeno sino a che non vi sarà una vigorosa quanto difficile da ipotizzare ripresa dell’economia.
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