Ezio Bosso è morto: malattia e causa morte. Chi era il pianista
Ezio Bosso è morto: il direttore d’orchestra e musicista italiano aveva 48 anni e combatteva da diverso tempo contro una malattia neurodegenerativa.
Una drammatica notizia ha squarciato questa mattina, venerdì 15 maggio 2020, il palcoscenico musicale e artistico italiano. Infatti, all’età di soli 48 anni, è morto Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista italiano che da tempo lottava contro una terribile malattia neurodegenerativa, che nel settembre del 2019 lo ha costretto ad abbandonare la sua attività di pianista, avendogli compromesso l’uso delle mani. Andiamo a scoprire chi era Ezio Bosso e quali sono state le esperienze più importanti della sua carriera in questo breve profilo biografico.
Chi era Ezio Bosso
Ezio Bosso nasce a Torino il 13 settembre 1971 in un ambiente dove la passione per la musica è il pane quotidiano. L’amore per la seconda arte gli viene infatti trasmesso da una prozia che faceva la pianista di professione e dal fratello musicista e già a 16 anni esordisce come solista in Francia, iniziando un tour importante nelle orchestre europee. Ma il punto di svolta nella sua carriera è segnato dall’incontro con Ludwig Streicher, celebre contrabbassista austriaco, che lo rivolge verso lo studio della composizione musicale e della direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna.
La sua carriera assume una direzione importante negli anni Novanta a livello internazionale: in questi anni Bosso si esibisce in concerti al Sydney Opera House, al Teatro Colòn di Buenos Aires, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Teatro Regio di Torino, al Royal Festival Hall di Londra. Ha diretto le orchestre della London Symphony, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, tra le altre. Ha poi insegnato in varie parti del mondo, soprattutto in Giappone e in Francia, dove nella capitale parigina si è inserito con esperienza nel panorama musicale contemporaneo.
Ha ricevuto importanti commissioni da celebri istituzioni operistiche, come la Royal Opera House, il San Francisco Ballet, Il New York City Ballet, il Teatro Bolshoij di Mosca. Il lavoro di Bosso sconfina anche nella settima arte, realizzando musiche da film per Gabriele Salvatores (Io non ho paura, Quo vadis baby?, Il ragazzo invisibile).
Premi e riconoscimenti
Numerosi i premi e i riconoscimenti ricevuti: dal Critic and Audience Choice for Best Music al Syracuse Festival di New York al Green Room Awards australiano, passando per due nomination al David di Donatello per le musiche di Io non ho paura e Il ragazzo invisibile. Ha vinto inoltre due edizioni del Flaiano d’Oro, rispettivamente nel 2003 e nel 2005.
Ezio Bosso e la malattia
Purtroppo una brutta malattia ha reso più difficile (ma non impossibile, almeno nei primi anni) la relazione tra Bosso e la musica. Infatti, a partire dal 2011, a Bosso fu diagnosticata una malattia neurodegenerativa in seguito a un intervento per un cancro al cervello, anch’esso avvenuto nello stesso anno. Inizialmente tale patologia neurodegenerativa fu erroneamente identificata dai media come SLA, ma in realtà il musicista aveva sviluppato una malattia autoimmune con conseguenze identiche alla sclerosi laterale amiotrofica.
Colpiti dalla patologia i motoneuroni, ovvero le cellule cerebrali che si occupano del controllo e della gestione dei movimenti: la malattia porta alla paralisi della muscolatura volontaria e alla perdita di forza negli arti e nei muscoli necessari per favorire la respirazione e la deglutizione. Purtroppo, al momento, non esiste una cura per la malattia, ma solo una terapia farmacologica che però perde efficacia con il tempo. A partire da settembre 2019, la malattia aveva colpito il movimento delle mani, ponendo così fine alla sua attività di pianista. Nella seconda serata dell’edizione 2016 del Festival di Sanremo, Bosso si era esibito sul palco dell’Ariston.
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