Grosse modifiche alla cassa integrazione dopo il ritardo non indifferente riscontrato da molti lavoratori in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione dei contagi di Covid 19. Ecco come cambierà l’accredito dell’ammortizzatore in busta paga dopo l’entrata in vigore del Decreto Rilancio.
Busta paga: la cassa integrazione arriva “prima”
Il cambiamento era molto atteso dai lavoratori: le pressanti e legittime richieste di questi ultimi sembrano siano state accolte dall’esecutivo con le misure contenute nel Decreto Rilancio. Sostanzialmente, grazie allo snellimento di una procedura che lo stesso Presidente del Consiglio Conte ha definito “farraginosa”, sembra che adesso la cassa integrazione arriverà in un massimo di 15 giorni a partire dalla ricezione della richiesta – che il datore di lavoro dovrà inoltrare all’Inps (tale possibilità è stata estesa, tra l’altro, di ulteriori nove settimane che sarà possibile richiedere fino a ottobre) – insieme alla busta paga naturalmente. Allo stato dei fatti, pare che soltanto un quinto dei richiedenti nel complesso abbia ricevuto l’importo che gli spetterebbe.
Come cambia il meccanismo?
In breve, per risolvere il problema dei ritardi nell’erogazione della cassa integrazione in busta paga si è scelto di dare direttamente all’Inps il compito di erogare l’anticipo spettante al singolo lavoratore: per una cifra pari al 40% totale delle ore che l’ammortizzatore, cassa integrazione in deroga o ordinaria che sia, è chiamato a coprire. Perché si attivi il meccanismo, i datori di lavoro dovranno inoltrare la domanda all’ente entro e non oltre 15 giorni dalla riduzione o dall’interruzione delle attività lavorative. Ricevuta la richiesta, come si diceva, l’Inps ha un massimo di due settimane per completare l’erogazione del 40% dell’assegno totale. La restante parte sarà erogata dopo che il datore di lavoro comunicherà i dati relativi allo specifico numero di ore di cassa integrazione di cui ha usufruito ciascun lavoratore nello specifico.
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