Pensioni ultime notizie: le vie di accesso alla pensione non sono infinite, ma sono comunque numerose. Negli ultimi anni, a partire dalla riforma Fornero, ci sono diverse soluzioni di cui approfittare per uscire dal mondo del lavoro. Ma per capire se questo convenga o meno è necessario calcolare l’importo dell’assegno che si andrebbe a percepire sfruttando quella determinata via di uscita. E dunque capire se è meglio aspettare ancora un po’ o no.
Quel che è certo è che la pandemia di Covid-19 ha messo in luce alcuni aspetti finora poco toccati (o toccati male) come la sicurezza nel mondo del lavoro e la tutela della salute dei lavoratori. Il segretario confederale di Ugl Fiovo Bitti, sulle pagine del Giornale ha illustrato una piccola guida per sapere con cosa e come sia meglio uscire in questo momento dal lavoro, approfittando della flessibilità in uscita disponibile.
Pensioni ultime notizie: come uscire con Quota 100
Rimandata la riforma generale del sistema pensionistico, l’ultima soluzione di pensione (anticipata) proposta, formulata e concretizzata è quella di Quota 100, misura che però ricordiamo essere transitoria e in scadenza il 31 dicembre 2021. Per uscire con Quota 100 servono 62 anni di età e 38 anni di contributi. Con questi requisiti si esce prima, ma visto che si saranno versati meno contributi, l’importo dell’assegno non sarà elevato. Inoltre i dipendenti del settore pubblico dovranno attendere una finestra di 6 mesi, mentre quelli del settore privato dovranno aspettare 3 mesi.
Pensione anticipata e pensione di vecchiaia
La pensione anticipata ordinaria richiede invece 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. Tutto questo indipendentemente dall’età anagrafica.
Infine la pensione di vecchiaia ordinaria chiede un requisiti anagrafico di 67 anni di età, a patto che siano stati versati almeno 20 anni di contributi.
Pensioni ultime notizie: le altre soluzioni per uscire prima
Poi ci sono altre soluzioni per uscire prima, che sono però riservate a specifiche lavoratori. Potrebbe essere il caso di Opzione Donna, misura per la quale servono 58 anni di età (59 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi, con una finestra di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome. Il calcolo dell’importo dell’assegno sarà effettuato solo ed esclusivamente tramite metodo contributivo.
Altra strada da poter intraprendere è quella dell’Ape Sociale, per cui servono 63 anni di età e 30 anni di contributi. In scadenza il 31 dicembre 2019, è stata prorogata di un ulteriore anno. In merito all’importo dell’assegno, questo non può superare i 1.500 euro mensili e lo scopo è quello di accompagnare il lavoratore verso le pensione ordinaria. Possono accedere all’Ape sociale lavoratori dipendenti attualmente disoccupati che hanno esaurito la Naspi, invalidi civili (almeno del 74%), caregiver da almeno 6 mesi dalla richiesta, lavoratori gravosi (servono 36 anni di contributi).
Concludiamo con la pensione lavoratori precoci, un metodo che funziona con sistema misto, 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. La finestra di attesa dura 3 mesi. Fino al 31 dicembre 2026 non ci sarà adeguamento all’aspettativa di vita, sospeso dal DL n. 4/2019.
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