Speciale comunali 2012: La solitudine di Casini

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I risultati di queste amministrative oltre a certificare il crollo del Pdl e della Lega, ovvero l’alleanza del Nord che aveva trionfato nel 2008, hanno evidenziato anche l’impalpabilità a livello nazionale del Terzo Polo di Pierferdinando Casini. Il leader Udc, primo promotore del governo dei tecnici, ha dovuto constatare a malincuore che la forza contrattuale acquisita agli occhi di Alfano e Bersani all’interno del Palazzo non ha avuto gli stessi risvolti propulsivi in questa tornata elettorale. L’ardito disegno di Casini di correre in molti Comuni da solo e, come si è visto a Palermo, senza l’appoggio dell’alleato (sempre più riottoso) Fini, si è rivelato fallimentare.

[ad]Pesano i no a Berlusconi e Bersani – Il leader Udc credeva di poter uscire indenne dalle urne e raccogliere di fatto i cocci del Pdl. Ed è per ovviare a questa (non lontana) ipotesi che Casini poco tempo fa ha annunciato la nascita del Partito della Nazione, futura casa dei moderati italiani. L’idea di fondo era quella di intercettare gli esponenti filo montiani presenti sia nel Pdl (Pisanu, Frattini) che nel Pd (Veltroni, Enrico Letta). Un proposito che però ha incontrato sul suo cammino parecchi imprevisti. Le difficoltà ultime dei tecnici sulla eterna riforma del lavoro, la rivolta anti Imu bipartisan dei sindaci più il vento anti europeo che ha fatto vincere Hollande in Francia e fatto entrare nel Parlamento greco gli estremisti di destra e sinistra, hanno scompigliato i piani di Casini.

Il leader Udc paga di fatto i suoi no agli inviti di Berlusconi di unirsi al Pdl (“Finché ci sarà il Cav dietro le quinte a manovrare il partito, non ci sarà nessun patto con Alfano” aveva fatto sapere Casini ai suoi) e a quelli di Bersani (“Mai alleati con Vendola”).

Futuro incerto – Ora che le urne hanno dato il loro verdetto, Casini dovrà rifare i conti. Alfano e Bersani infatti sembrano essere sempre più intenzionati a mantenere il Porcellum che al leader del Terzo Polo va stretto. Non è un caso quindi che Cesa tendi la mano al segretario del Pdl: “C’è necessità di riunificare il fronte moderato, in forme nuove, garantendo le diverse specificità”. E’ un deciso cambio di rotta per salvare il salvabile. Anche perché la futuribile alleanza con il Pd sembra ormai una mera illusione. Bersani vola sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria del socialista amico Hollande e ha rispolverato la foto di Vasto che era stata messa nel cassetto. Casini, se le cose non dovessero cambiare, rischia di rimanere con il cerino in mano.