Autonomia regioni Fase 2: oggi lunedì 18 maggio 2020 l’Italia prova a ripartire dopo il momento più critico dell’emergenza sanitaria; in base all’accordo tra governo e autorità locali, i governatori avranno un certo margine di manovra sulla gestione delle riaperture.
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Autonomia regioni: cosa prevede l’accordo con il governo
Dopo un confronto, a dir poco serrato, governo e regioni hanno trovato un accordo sulla gestione delle riaperture nella Fase 2 bis, quella che parte oggi lunedì 18 maggio. A riferire dei dettagli importanti sul tema è stato proprio il Presidente della Conferenza delle Regioni, il governatore emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini: “Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo (quello del Decreto legge sulla riapertura, ndR) le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese”.
Insomma, le Regioni sono riuscite a trovare un accordo sulle linee guida da proporre all’esecutivo, queste poi – dopo un lungo braccio di ferro – sono state accettate dal governo che ha scelto di inserirle in calce al Decreto legge varato ieri. Detto ciò, per quello che riferiscono le indiscrezioni, molti governatori – Fontana (Lombardia), Toma (Basilicata), Marsilio (Abruzzo) in primis – sono rimasti scontenti dall’accordo: in sostanza chiedevano più garanzie dalle autorità centrali in modo da avere meno responsabilità nel caso qualcosa dovesse andare storto. Pare di capire, che potrebbero esserci anche dei risvolti penali se la gestione delle riaperture, in breve, provocasse danni alla salute pubblica.
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La Campania non firma l’accordo
Si è invece pubblicamente dichiarato contrario all’autonomia data ai governatori Vincenzo De Luca, la Campania è stata l’unica regione a non sottoscrivere l’intesa col governo. “Non è possibile che il governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle regioni. Non è accettabile” ha dichiarato lo stesso De Luca in uno dei suoi consueti video. D’altra parte, non si può non rilevare un certo atteggiamento “schizofrenico” delle regioni di fronte alla maggiore autonomia concessa da Roma: alcune, infatti, già a metà aprile chiedevano di poter ripartire (le “fughe in avanti” che finora si sono volute evitare da Palazzo Chigi). Dunque, sembra che il governo abbia acconsentito alle richieste dei governatori; questo scelta, però, non può che restituire anche un certo carico di responsabilità.
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