Come il lockdown per Coronavirus ha influito sul gioco online

Pubblicato il 28 Maggio 2020 alle 09:50 Autore: Redazione

Il gioco online ha beneficiato grandemente dal lockdown, a differenza dell’ambito più tradizionale del gioco d’azzardo. In crisi le scommesse sportive

casinò online, industria del gioco poker online
Come il lockdown per Coronavirus ha influito sul gioco online

Durante il lockdown più duro che ha costretto tutti tra le mura domestiche come non era accaduto mai in precedenza gli italiani non si sono dedicati solo a fare pizza e pane in casa svaligiando le scorte di lievito di birra nei supermercati. Una delle risorse per passare il tempo nel periodo è stata la rete. E non solamente per guardare film sulle piattaforme.

In tanti si sono rivolti anche al gioco online, sia sotto forma di videogiochi, soprattutto per i più giovani, che di gioco d’azzardo.

Il gioco online già prima dell’emergenza era lanciato verso una crescita con pochi simili tra altri settori dell’economia. Secondo gli analisti nel 2025 si supererà un giro di 94 miliardi di dollari a livello mondiale, più che raddoppiando quello di 47 del 2018, con un aumento annuo del 10,3%.

L’imprevisto lockdown che ha colpito tutto il mondo, e in particolare quello economicamente più avanzato, da cui nasce il grosso della domanda di gioco, ha mutato questo trend, accelerandolo. La quota di mercato del gioco online sul totale del settore, che ricordiamolo, include lotto, lotterie, bingo, slot machine fisiche, è passata dal 13% al 16%. Più che comprensibile se pensiamo che tra i protagonisti del gambling vi sono soprattutto gli anziani, coloro che più di tutti dovrebbero stare in casa per non rischiare il contagio.

Ma non è andata allo stesso modo per tutti.

Vi è stata una divaricazione delle tendenze in base al tipo di gioco. È andata molto bene per esempio ai casino online, che a marzo hanno visto una crescita del 29,5% della spesa rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ancora meglio hanno fatto i poker online, per cui l’incremento è stato addirittura del 123%. Bene, come il poker, anche il bingo, secondo gli operatori del settore, quasi come se in una fase di preoccupazione, si sia preferito rifugiarsi anche sul web su giochi classici e tradizionali.

Anche nel Regno Unito, terra di grandi appassionati di gioco d’azzardo e di scommesse, almeno in marzo, che pure ha visto un lockdown nazionale solo per metà del mese, si è visto una crescita delle scommesse virtuali del 40% e un incremento del 38% nel poker. A livello di numero di giocatori gli aumenti sono stati rispettivamente dell’88% e del 53%.

Gioco online, il crollo delle scommesse sportive

È andata decisamente peggio a quella parte del gioco che si basa pur sempre su quello reale. Parliamo di tutto il comparto delle scommesse sportive. Con lo stop del calcio e di ogni altra gara si è fermato anche il betting, e non solo.

A livello di retail, ovvero di punti vendita classici nelle città, in cui si fanno scommesse sportive, o le agenzie e le sale gioco, il crollo dei ricavi nel periodo delle chiusure, durate più di due mesi, è stato dell’80% rispetto allo scorso anno. In Inghilterra la diminuzione delle scommesse sportive è stata invece del 31% in marzo.

Il betting ha dovuto percorrere strade inesplorate, perlomeno online, puntando a sport minori e/o a Paesi periferici, per esempio alla Bielorussia, unico Paese in cui il calcio non si è fermato, oppure al tennis da tavolo in Russia e Ucraina.

Una boccata d’aria verrà dalla recentissima ripartenza della Bundesliga in Germania, ma certo la strada intrapresa, quella di diversificare i settori su cui fare scommesse, non verrà certo abbandonata. E in questo campo tra i protagonisti sono sempre più gli e-sport, ovvero i videogame sui cui tornei si scommette come sugli sport veri. Nel 2019 il giro d’affari ha raggiunto il miliardo.

Lo Stato entra nella partita generale perché da un decremento del gioco, se questo non trovasse sfoghi alternativi, soprattutto online, avrebbe da perdere. Vi è chi dice 750 milioni al mese se lo sport rimane fermo. Anche perché anche nella fase 2 rimane il problema comune a tutti i locali chiusi, come i negozi o bar e i ristoranti, l’esigenza di evitare assembramenti, e il ritorno alla normalità non può che essere ancora lungo. Solo l’acquisto di gratta e vinci e simili non risente, se non in parte delle restrizioni ancora in essere, come fanno le agenzie e le sale di scommesse, in cui si deve entrare fisicamente.

Il gioco online, che nel 2019 ha vissuto una crescita del 17,1%, è l’unica alternativa possibile

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