Lunedì scorso, il governo ha accolto con entusiasmo la proposta franco-tedesca di un Recovery fund fatto di sovvenzioni, mutualizzazione del debito, anziché di prestiti, come vorrebbero Austria, Olanda e Paesi scandinavi.
Alla luce dei dissapori emersi in Europa, proprio tra “falchi del Nord”, contrari alle sovvenzioni, e Italia, Spagna e altri Paesi “del Sud”, in linea con la proposta franco-tedesca di sovvenzioni, il Premier Conte ha provato a rilanciare la posta in gioco.
La mossa è chiara: in vista della presentazione della proposta della Commissione europea sul Recovery fund, prevista per il 27 maggio, che, molto probabilmente, sarà incentrata sulla valutazione di quanto avanzato dalla proposta franco-tedesca, l’Italia proverà a giocare le sue carte al rialzo, di modo da poter pervenire a un compromesso vantaggioso per gli Stati del Sud.
Proposta franco-tedesca, l’appello di Conte all’Ue per una risposta comune alla crisi
In un lungo articolo su Politico.eu, il Presidente del Consiglio ha parlato di “passo coraggioso e significativo verso una risposta comune dell’Unione europea alla pandemia che ha devastato il continente. Ma è anche solo questo: un passo”. Per cui “se vogliamo superare questa crisi insieme – è l’idea del Premier -, è necessario fare molto di più”.
Nulla di diverso da quanto già dichiarato dal Capo del governo nelle scorse ore nel corso dei colloqui telefonici con Emmanuel Macron, Angela Merkel e con la stessa Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in vista della presentazione della proposta della Commissione Europea.
“La quantità di risorse mobilitate da tutti gli strumenti europei, incluso il Recovery fund“– ha proseguito il Premier in merito alla proposta franco-tedesca sul Recovery fund – “non è all’altezza delle stime di ciò che molte istituzioni pubbliche e private ritengono necessario per mantenere a galla l’economia. Incoraggio pertanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a presentare nei prossimi giorni un’ambiziosa proposta per il Recovery Fund e il prossimo quadro finanziario pluriennale in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei”, in quanto “non chiediamo generosità, ma consapevolezza della responsabilità che abbiamo nei confronti dei valori fondanti dell’Ue, del benessere dei nostri cittadini” e del “ruolo fondamentale dell’Ue e del suo mercato unico per il successo di tutte le nostre economie”.
Il Presidente del Consiglio ha poi ribadito la necessità di risposte urgenti da parte dell’Ue nei confronti di una crisi “simmetrica” – leit motiv del Premier dall’inizio dei negoziati tra i “ventisette” -, per cui occorre scongiurare l’aumento delle “divergenze economiche e sociali dell’Ue”, perché, così facendo, “non raggiungeremo gli obiettivi chiave come il Green Deal”: “è importante ricordare che nessun Paese sarà in grado di riprendersi da solo”, perché “le nostre economie sono collegate tra loro. Molti Paesi dipendono da questa interconnessione per ampie porzioni del loro Pil. Una frammentazione del mercato unico colpirebbe gravemente tutti i paesi dell’Ue, anche i più ricchi dell’Unione”. Il Premier, inoltre, ha ricordato come l’Italia sia stata la prima nazione europea a dover affrontare l’emergenza completamente da sola e come l’esperienza italiana sia servita agli altri Paesi dell’Unione europea che hanno ricalcato, nelle misure adottate, le scelte del governo italiano: “quando la pandemia ha raggiunto l’Europa – scrive il Presidente Conte – il mio Paese è stato il primo e il più duramente colpito. Con nessuno dei nostri vicini a cui chiedere assistenza, abbiamo dovuto elaborare una risposta a uno shock senza precedenti, costruendo la nostra strategia mentre imparavamo di più sul virus: abbiamo agito risolutamente e la nostra esperienza è stata un esempio per molti altri paesi che sono stati colpiti dal virus dopo di noi”. Cosicché, di fronte a quest’emergenza e agli shock simmetrici che ha prodotto sul fronte economico e finanziario, “l’Europa non può permettersi di ripetere gli errori del passato facendo troppo poco o reagendo troppo lentamente: una mancata azione rapida comporterebbe un forte ampliamento delle divergenze tra i paesi membri dell’Ue”. Ne va della sopravvivenza dell’Unione europea stessa, perché “se non gestita, questa crisi metterà a repentaglio l’intero progetto europeo, con il nostro mercato unico che non riuscirà a tenere il passo con altre economie leader. L’Ue subirà un duro colpo, emarginando la nostra posizione economica e politica nel mondo”.
Proposta franco-tedesca, Ursula Von der Leyen: “costruttiva e in linea con la Commissione”
Tanto Conte, quanto Merkel e Macron sono consapevoli che senza l’accordo tra i “ventisette”, la proposta franco-tedesca rischia di risultare un buco nell’acqua. “Non è un accordo dei 27 paesi dell’Unione europea, è un accordo franco-tedesco – ha ribadito il Premier francese, aggiungendo poi, però, che “non c’è accordo fra i 27 se prima non c’è un accordo franco-tedesco“. “Ora è la Commissione europea che deve presentare la sua proposta – ha concluso l’Eliseo – Dovrà costruire un’unanimità attorno a questo accordo. Parole ribadite dalla cancelliera tedesca: “Serve uno sforzo colossale. Francia e Germania sono pronte a farlo”.
Occhi puntati, dunque, sulla Commissione europea di Von der Leyen che il 27 maggio dovrebbe presentare la sua proposta per un Recovery fund. La stessa Von der Leyen ha accolto con favore la proposta franco-tedesca, definendola “proposta costruttiva nella direzione in cui sta lavorando la Commissione”.
La proposta franco-tedesca, per la Presidentessa della Commissione, ha il merito di riconoscere “la portata e le dimensioni della sfida economica che l’Europa deve affrontare e giustamente pone l’accento sulla necessità di lavorare su una soluzione con il bilancio europeo al centro“. Ciò, ha ribadito Ursula von der Leyen, “va nella direzione della proposta su cui sta lavorando la Commissione, che terrà conto anche delle opinioni di tutti gli Stati membri e del Parlamento europeo”.
La posta in gioco è certamente alta per l’Italia che dovrà necessariamente farsi trovare preparata a raccogliere la sfida che segnerà probabilmente il futuro dell’Unione e dell’Italia stessa.
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