Circa un anno fa terminava il più grande test psicologico del mondo
Che grandi risate ci siamo fatti assieme a quelli che si professano democratici e civili.
Game of Thrones è stata l’unica serie fantasy a coinvolgere miliardi di persone. Tra amici nella vita reale e conoscenti in quella virtuale, ognuno aveva la propria casa di riferimento e il proprio idolo personale, e si trovava spesso a litigare con gli avversari. Game of Thrones è stato un esperimento sociale perché ha permesso, a chi ci badava, di notare e scoprire tratti caratteriali nei propri amici in base ai commenti su quello che vedevano.
E ho scoperto che nessuno – o quasi – prova pietà per un uomo torturato, violentato ed evirato, che dittatori e assassini psicopatici hanno un enorme seguito di ammiratori, che gli stupratori hanno donne che li difendono e che, in sostanza, non esiste azione abominevole se a farla è il nostro eroe.
L’esempio migliore è Daenerys.
Dany – così la chiamavano – mi lasciava allibito. Ho passato ore a parlare con persone intelligenti, colte e democratiche che la idolatravano. Per le donne rappresentava la donna forte, per gli uomini era una guerriera. Con gli uomini avevo provato a ragionare come se fossimo sotto la naja: la prima volta che hai visto Daenerys è stato quando ci ha comprati in cambio un drago. Ultimate le pratiche ha ucciso il nostro venditore e s’è ripresa il drago; non che lui fosse un brav’uomo, ma si è presentata come una che ruba, fa uccidere a sangue freddo ed è disonesta.
Parla di libertà a noi, uomini che ha comprato con l’inganno e che devono morire per permetterle di salire su un trono per diritto di nascita. È una nobile di sangue, non di spada: a dire la verità non l’hai mai vista impugnarne una, ed è ironico abbia scelto noi come guerrieri, che lo siamo senza averlo scelto. I suoi uomini raccontano che ha addirittura fatto uccidere suo fratello, vero o meno che sia, e bruciato vive svariati civili.
Poi ha fatto la via crucis, facendoci crocifiggere gli ex schiavisti.
Non sappiamo cosa ne sia stato delle loro famiglie, ma alcuni erano brave persone che avevano un buon rapporto con gli schiavi. Mi rendo conto la Storia non conti i grandi numeri, e né tu né io siamo stinchi di santi. Ma è evidente che Daenerys è una padrona come le altre, solo un po’ più crudele e sadica. Dopo che uno dei suoi fedeli è stato assassinato, ha messo in pratica la decimazione: ha preso capifamiglia a caso e li dati in pasto ai suoi draghi per sfamarli.
E ancora, andava tutto bene.
Bastava far finta di non vedere quanto le piaceva.
Dopotutto la guerra non è uno scambio di carezze; ci sono orrori che ne fanno parte perché escono dalla parte peggiore che abbiamo dentro.
Poi è successo Dickon.
Dopo che ha sterminato i Lannister e i rifornimenti, la “liberatrice” gli ha detto che non li voleva in catene, perché lei combatte la schiavitù e i cattivi ricchi: quindi o si convertivano e combattevano per lei o li uccideva. L’ufficiale dei Lannister si è rifiutato e s’è fatto avanti un ragazzino, il suo unico figlio maschio; davanti al padre prossimo alla morte ha dichiarato che nemmeno lui accettava di convertirsi.
Forse l’ha fatto perché il padre fosse orgoglioso di lui, o perché a vent’anni sei impulsivo e dopo avere visto i tuoi amici sterminati stai per guardare tuo padre morire. Lei ha scelto di ucciderli entrambi umiliandoli; padre e figlio che urlano avvolti dalle fiamme.
Era indifendibile.
Dopo quella scena ero fuori di me. Ho litigato al punto di alzare la voce e arrivare agli insulti con alcune persone. Al pubblico non importava, perché lei “combatteva la schiavitù”. Alla fine, quando è morta in maniera anche troppo misericordiosa rispetto a quelle che ha inflitto c’è stato uno scoramento generale: il pubblico è insorto perché gli sceneggiatori hanno snaturato il personaggio.
Game of Thrones è stata una dimostrazione magistrale di come è stata, è e sarà possibile la salita al potere di nazismo, fascismo e qualunque regime totalitario: basta un leader carismatico che pronuncia belle parole con un bel sorriso mentre sottobanco compie azioni mostruose. Allora il popolo giustifica e applaude perché la folla bada solo a iconografia e parole, non ai fatti.
Chi adorava e venerava Daenerys nel 1932 sarebbe stato filonazista o filofascista. Nei bar e nei salotti sarebbe stato un fiorire di finalmente qualcuno ha le palle di (far) fare qualcosa di concreto, il fascino del guerriero, le adunate oceaniche in cui si gridava Hail Misha. Poi si sarebbero trovati Berlino rasa al suolo e avrebbero detto di non essere mai stati a favore di Daenerys, o che il mondo aveva travisato le sue buone intenzioni.