Spostamenti tra regioni dal 3 giugno? Tutto lascia pensa che dal governo arrivi il nullaosta ma le ultime immagini circolate sugli assembramenti hanno determinato qualche tentennamento. Potrebbe essere prevista una differenziazione su base regionale.
Spostamenti tra regioni: il governo tentenna
Spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno? La domanda viene posta sempre più spesso agli esponenti del governo; d’altra parte, ancora pochi membri dell’esecutivo hanno scelto di sbilanciarsi sulla questione. Oggi, giovedì 21 maggio, per esempio, il Ministro degli Affari Regionali Boccia nel corso della trasmissione televisiva Mattino Cinque, pur mantenendosi possibilista, ha voluto precisare che tutto dipenderà dalle condizioni delle varie regioni.
Nello specifico, Boccia ha dichiarato che alle regioni “a basso rischio” con tutta probabilità già a inizio giugno verrà data la possibilità di far entrare i cittadini di un’altra regione mentre, in parallelo, una regione “ad alto rischio” dovrà attendere ulteriormente per ottenere l’allentamento delle restrizioni. Insomma, riguardo agli spostamenti tra regioni, Boccia chiede “di avere ancora un po’ di pazienza”.
Sono solo tre le regioni a rischio “medio” (Lombardia, Molise e Umbria) secondo il programma di monitoraggio battezzato da Ministero della Salute e Istituto Superiore della Sanità con l’avvio della Fase 2, prima di riprendere con la mobilità interregionale sarebbe meglio che tutto il territorio nazionale sia etichettato come a basso rischio.
Mobilità senza limiti e autocertificazioni
Nonostante le parole del ministro Boccia, influenzate anche dalla “bacchettata” del governo alla ripresa della movida senza troppe cautele in molte città italiane, una recente circolare diffusa dal Ministero degli Interni tra i prefetti lascia presagire un ritorno degli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giungo senza limiti o necessità di auto-dichiarazioni.
La decisione del governo difficilmente verrà resa nota prima del 29 maggio, questa è l’impressione, considerando che i dati del monitoraggio vengono diffusi ogni venerdì: tra l’altro, non è detto, che alla fine non passi, come si diceva, la linea di una differenziazione a seconda del rischio associato ai singoli territori, con le regioni più a rischio seconda ondata, appunto, a vedersi chiudere in confini sia in entrata che in uscita.
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