Elezioni 13 14 settembre 2020, regionali comunali referendum insieme: confermate?
Elezioni 13 14 settembre 2020 con accorpamento di turno per regionali comunali e referendum? Manca l’accordo. Le posizioni in campo: favorevoli e contrari.
Elezioni 13 14 settembre 2020 – L’emergenza legata alla pandemia ed ai contagi da Covid-19 non ha sconvolto l’Italia solo sul piano sanitario o dal punto di vista economico: ha scombussolato anche i piani della politica.
Il 29 marzo si sarebbe dovuto votare per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e la primavera (indicativamente il mese di maggio) doveva essere la stagione del rinnovo dei consigli regionali e comunali delle regioni e dei comuni in cui è previsto il voto. Si tratta di sei regioni più la Val d’Aosta. Ed in 4 di queste i presidenti in carica spingono perché si fissi quanto prima la data delle elezioni.
Il fronte delle “elezioni subito” composto da De Luca Emiliano Toti e Zaia
I presidenti di Campania Vincenzo De Luca, Puglia Michele Emiliano, Liguria Giovanni Toti e Veneto Luca Zaia hanno sottoscritto ad aprile una nota formale contro lo slittamento delle elezioni che loro avrebbero preferito fossero state celebrate a luglio. Leggiamo la nota del 20 aprile 2020.
“Nel Consiglio dei Ministri, a quanto si apprende, è stato approvato un provvedimento che prevede lo slittamento del voto tra Settembre e Novembre e cancella la finestra di Luglio sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto. Spiace che il Governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto. Ovviamente aspetteremo di leggere il testo per esprimere un compiuto giudizio che vada oltre il metodo. Ribadiamo la necessità di garantire agli elettori l’inalienabile diritto ad esprimersi nel tempo più rapido possibile, compatibilmente con l’andamento della epidemia. Pertanto, ritenendo, per quanto è possibile prevedere oggi, l’estate sia la stagione più sicura dal punto di vista epidemiologico, ribadiamo ulteriormente la necessità di allargare la finestra di voto, come da noi richiesto, al mese di Luglio. In ogni caso è comune intendimento delle nostre Regioni convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del Governo”.
Elezioni 13 14 settembre 2020, le ragioni dei contrari al voto a settembre
Di ieri, 21 settembre 2020, è l’indiscrezione secondo cui il vito per un turno comprensivo di regionali, comunali e referendum costituzionale possa tenersi domenica 13 a lunedì 14 aprile 2020.
Ecco l’agenzia con le parole di Conte: l’election day il 13-14 settembre “è una eventualità, si sta lavorando a questa possibilità. Non è solo una questione del governo che decide ma va concordato con le regioni. Serve una soluzione condivisa il più possibile”.
Condivisione ancora lontana se si considera la netta contrarietà espressa da Forza Italia. Così il capogruppo di Forza Italia alla Camera Maria Stella Gelmini: “Se vogliamo tra l’altro affossare il turismo, questa è un’altra buona occasione. Se questo virus ci dà un po’ di tregua, dobbiamo immaginare un settembre di vacanze e di lavoro per il settore turistico. Le urne vanno spostate a ottobre. Non ci sarebbero neppure le condizioni per la campagna elettorale ad agosto”.
A protestare rispetto all’ipotesi accorpamento del turno elettorale, come riferisce Repubblica, sono anche i comitati del no al referendum. I comitati NoiNo, che hanno come promotore la Fondazione Luigi Einaudi hanno dichiarato: “Non entriamo nel merito della data scelta. Ma se il referendum costituzionale fosse davvero accorpato alle elezioni regionali e comunali, inonderemo il paese di ricorsi contro questo provvedimento. E ci rivolgeremo anche all’Europa”.
Si attendono sviluppi sull’argomento nei prossimi giorni. Nel frattempo è spuntata anche la seconda ipotesi: anziché domenica 13 e lunedì 14 si ragiona sulle urne domenica 20 settembre e lunedì 21 settembre o ancora domenica 27 settembre e lunedì 28. Nel frattempo c’è chi evidenzia che più si va oltre l’estate più c’è il rischio, sempre ipotetico, che il numero di contagi possa salire e tutto torni in alto mare con quella che il presidente della Regione Puglia non ha esitato a chiamare una sorta di “sospensione” della democrazia sino ad invocare il diretto intervento nella questione del capo dello Stato Sergio Mattarella.
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