La busta paga rischia di essere più vuota nei mesi a venire e molti lavoratori potrebbero anche non averla più, costretti a trovare altre soluzioni a causa di un’azienda che non ce la fa più ad andare avanti come ai tempi ordinari. La cassa integrazione, intanto, rischia di finire a metà di giugno. Estesa di ulteriori 9 settimane con l’ultimo decreto, le aziende hanno a oggi la possibilità di usufruire di 14 settimane di cassa integrazione dal 23 febbraio al 31 agosto, a cui poi se ne devono aggiungere altre 4 da sfruttare nei mesi di settembre e ottobre. In tutto sono 18 settimane di cassa integrazione.
Busta paga a rischio: cassa integrazione, il tempo si esaurisce?
Da questi numeri è facile elaborare un semplice calcolo. Mettiamo il caso di un’impresa che ha dovuto interrompere la sua attività nei primi giorni di marzo, quando l’emergenza sanitaria si stava espandendo su tutto il territorio. Ha dunque approfittato della cassa integrazione ordinaria, sfruttandone 10 settimane, arrivando così fino a metà maggio. Restano dunque 4 settimane ulteriori per arrivare fino alla fine di agosto. Se le sfruttasse subito arriverebbe quasi a metà giugno, ma gli resterebbero altri due mesi e mezzo in sospeso, visto che le restanti 4 settimane che ha a disposizione sono fruibili nei mesi di settembre e ottobre.
Busta paga – In ogni caso, anche se l’azienda dovesse decidere di usare tutte e 14 le settimane di Cig che ha a disposizione, arrivando così fino a metà giugno. Se oltre quella data l’azienda non ce la facesse più a rispettare gli obblighi retributivi potrebbe pensare a licenziare il lavoratore, ma fortunatamente per quest’ultimo non può, almeno fino al 17 agosto, perché entro quella data vige il divieto di licenziamento. Insomma, l’azienda rischia di fallire o indebitarsi ulteriormente per pagare i propri dipendenti. Può sempre optare di ricorrere alla Cigo (Cassa integrazione ordinaria) a meno che non sia una piccola impresa (per la quale si prevede la casa integrazione in deroga), oppure per il fallimento, che è la soluzione più drastica. Il problema è difficile risoluzione e lo stanno vivendo (o lo vivranno a breve) diverse aziende che scarseggiano di liquidità.
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