Truffa Postepay: Tim, Wind e Iliad. Ecco come rubano i soldi

Truffa Postepay che passa per compagnie telefoniche come Tim, Wind e Iliad: ecco come funziona il nuovo raggiro e come rubano i soldi.

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Truffa Postepay: Tim, Wind e Iliad. Ecco come rubano i soldi

Nuova truffa Postepay, di fatto uguale alle altre, che può arrivare tramite sms (smishing) sui cellulari sotto diverse compagnie, tra cui Tim, Wind, Vodafone e Iliad, oppure via e-mail (phishing). Il meccanismo è sempre lo stesso e se ci leggete da un po’ rischiate di trovare le stesse informazioni, ma tant’è. Finché ci sarà necessità di dirlo e ripeterlo lo faremo affinché tutti abbiano consapevolezza di come comportarsi di fronte a certi tipi di raggiri e truffe, che utilizzano enti, compagnie telefoniche e perfino istituzioni allo scopo di fingere un’affidabilità che non hanno e di mascherare invece i loro intenti criminosi.

Truffa Postepay: smishing e phishing, come funziona

La truffa, dicevamo, funziona sempre allo stesso modo. La vittima riceve un messaggio, che può essere via sms, indipendentemente dalla compagnia telefonica, o via e-mail. L’oggetto della mail è generalmente qualcosa di allarmante o di urgente: può addurre a una perdita improvvisa dei dati, o perfino a un accredito di pagamento finito male. Nel messaggio, sia che si tratti di un sms sia che riguardi una e-mail, s’invita a cliccare su un link, che rimanda a una pagina (spesso una pagina clone dell’ente per il quale ci si spaccia) nella quale ci viene richiesto di inserire i nostri dati personali per poter sbloccare quella determinata situazione. I dati vengono poi rubati da uno specifico software pensato per questo scopo.

Nonostante le continue truffe di questo tipo, che spesso colpiscono anche compagnie telefoniche come Tim, Wind, Vodafone e Iliad, consapevoli attori protagonisti o non protagonisti dei raggiri criminosi, c’è ancora chi ci casca. Per questo motivo ripetiamo, alla stregua delle varie informative già presenti sui vari siti di enti come banche e Poste, alcuni accorgimenti per tutelare la propria sicurezza. Enti e istituzioni non si rivolgerebbero mai a voi, per questioni urgenti, tramite i canali sopra elencati e allo stesso tempo non oserebbero mai chiedere di inserire dati e informazioni personali e sensibili online. Le procedure sono altre. Se proprio permane il dubbio di trovarsi di fronte a qualcosa di veritiero (verificate anche il legame tra le pagine e i siti ufficiali, e soprattutto il testo del messaggio, che spesso contiene errori di battitura o ortografia molto grossolani), allora l’invito è quello di contattare l’azienda che sembra averci inviato il messaggio e chiedere una verifica.

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