Bonus Befana, addio al rimborso 2021: cosa cambia nel dl rilancio
Bonus Befana e le novità nel decreto rilancio: cosa succede alla cifra stanziata per tale rimborso o premio? Lo spostamento delle risorse
Sappiamo che il decreto rilancio consiste in un articolato pacchetto di misure a favore di privati, artigiani, commercianti, liberi professionisti ed imprese. Tra tali misure troviamo, ad esempio, contributi a fondo perduto, sconti sugli affitti per le imprese e lo sconto sulle bollette elettriche. D’altra parte però, per poter attuare tutti le tutele previste, occorrono risorse finanziarie ingenti e il Governo, per far fronte alla raccolta di quanto necessario per finanziare il decreto rilancio, ha deciso di utilizzare anche il bonus Befana, di cui si è parlato diffusamente qualche mese fa. Vediamo più nel dettaglio.
Bonus Befana: di che si tratta?
Come abbiamo accennato, il decreto rilancio, in quanto mirato a nuove regole urgenti in materia di lavoro, rilancio dell’economia e salute, ha dovuto rintracciare quella liquidità necessaria all’attuazione pratica del provvedimento pubblicato il 19 maggio in Gazzetta Ufficiale. Tra le risorse prelevate, il denaro previsto come premio per l’uso della moneta elettronica e per favorire i pagamenti tracciabili e la lotta all’evasione fiscale. Ma che cos’è in sintesi il bonus Befana? Ebbene, altro non è che un incentivo pensato qualche mese fa dal Governo, per essere incassato nei primi giorni del 2021: ecco spiegata la sua particolare denominazione. In buona sostanza, l’introduzione di tale incentivo o premio comporterebbe la restituzione di parte dell’Iva sui prodotti acquistati con metodi tracciabili nel corso del 2020. Tale beneficio è fondato sul principio del cashback, vale a dire il principio della restituzione di una spesa già compiuta, direttamente con accredito del rimborso sul proprio c/c. Secondo i fautori del bonus Befana e secondo quanto indicato nella legge di Bilancio 2020, tale premio avrebbe dovuto oscillare tra i 200 e i 500 euro verso tutti gli utilizzatori di app per cellulare o moneta elettronica, per effettuare pagamenti tracciabili. Il premio sarebbe inoltre aumentato in ipotesi di pagamenti in alcuni settori “strategici” per l’economia del paese, come ristoranti o alberghi.
Che cosa succede ora?
È chiaro che la scelta in oggetto, che mette da parte (almeno temporaneamente) il bonus Befana, per utilizzarne le risorse al fine di contribuire al finanziamento del decreto rilancio, ha natura politica ed è orientata ad una logica di priorità del bene comune e dell’assistenza a cittadini ed imprese in difficoltà, causa coronavirus. Ma quindi cosa succede in concreto? Ebbene, avremo che le risorse del bonus Befana pari a quasi 3 miliardi di euro, in un primo tempo previste per favorire i pagamenti con bancomat o carta di credito, sono ora confluiti nel dl citato.
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Concludendo – non fosse stato per l’improvvisa epidemia da Covid-19 – ad aprile era previsto l’ok ad un decreto attuativo da parte del MEF, indicante tutte le modalità specifiche per beneficiare del bonus Befana ma, al momento, questo rimborso ha subito un rinvio ed, anzi, non si sa se e quando verrà riproposto ed attuato in concreto. Ci si aspettava insomma l’erogazione del bonus fiscale da gennaio 2021 per le spese effettuate tramite carta o bancomat o app. Secondo le intenzioni dei promotori, le spese oggetto di bonus sarebbero state soltanto quelle compiute con mezzi tracciabili dal 1° luglio 2020, lo stesso giorno in cui peraltro scatta anche il nuovo limite all’uso dei contanti. Vedremo soltanto nei prossimi mesi se il citato bonus verrà riproposto in qualche nuovo provvedimento oppure definitivamente archiviato.
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