Maxi conguagli per le bollette luce, gas e acqua: l’Arera, l’autorithy per l’energia, spiega che il termine di prescrizione scatta dopo due anni. Se sono trascorsi più di 24 mesi, dunque, i consumatori non sono più tenuti a pagare i consumi che gli vengono fatturati.
Bollette luce, gas e acqua: quando non si paga il maxi conguaglio
Una buona notizia per tantissimi utenti cui è stato addebitato un maxi conguaglio relativo a delle bollette luce, gas e acqua. Con un comunicato stampa licenziato il 27 maggio 2020 dedicato appositamente alla questione, l’Arera ha spiegato che il termine di prescrizione in tali casi scende a due anni. Detto ciò, la relativa delibera è ancora in fase di pubblicazione ma, appunto, l’autorità per l’energia ha scelto di annunciare la prossima integrazione nella normativa della disposizione per le fatture delle utenze energetiche prevista dall’ultima Legge di Bilancio (la modifica viene integrata nella regolazione Arera con effetto dal primo gennaio 2020).
In sostanza, da quest’anno, non si devono più pagare le “bollette pazze” che sono “più antiche” di 24 mesi: prima tale eventualità era esclusa se la mancata o erronea rilevazione dei dati di fatturazione era stata causata – in modo accertato – dall’utente.
Prescrivibili “in ogni caso” i consumi dopo 2 anni
Ecco il testo del comunicato Arera: “Dal 1° gennaio 2020 i clienti di energia e gas e gli utenti del servizio idrico integrato, appartenenti alle tipologie indicate dalla legge e dalla regolazione vigente, possono “in ogni caso” eccepire la prescrizione per importi fatturati relativi ai consumi più vecchi di 2 anni. La novità, introdotta dalla Legge di bilancio 2020 (n. 160 del 2019), viene oggi integrata da ARERA nel quadro regolatorio complessivo, adeguando l’informativa ai clienti e agli utenti che venditori e gestori devono inserire all’interno delle fatture, anche in caso di procedure di messa in mora collegate, nonché in caso di risposta ai reclami scritti dei clienti e degli utenti in merito. Prima della novità normativa introdotta dalla Legge di bilancio 2020, la prescrizione per i consumi relativi a periodi superiori ai 2 anni veniva esclusa nei casi in cui la mancata o erronea rilevazione dei relativi dati derivasse da un’accertata responsabilità dell’utente. Per garantire la trasparenza, i venditori e i gestori erano già tenuti a emettere una fattura separata contenente esclusivamente gli importi per consumi risalenti a più di 2 anni oppure – in alternativa – ad evidenziare tali importi in modo chiaro e comprensibile all’interno di fatture che contenessero anche importi non prescrivibili. I venditori e i gestori sono tenuti, in ogni caso, ad informare i clienti e gli utenti della possibilità di eccepire gli importi più vecchi di due anni, fornendo un modulo che faciliti la comunicazione della volontà di eccepire la prescrizione (da rendere disponibile anche su sito internet e negli sportelli al pubblico) e i recapiti cui inviare la richiesta”.
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