In previsione dei ballottaggi che si terranno in 20 dei 26 comuni capoluogo che sono andati al voto il 6 e il 7 maggio scorsi, è interessante riflettere sulle coalizioni che si affronteranno in tale occasione. Osservando le forze politiche che sostengono i candidati sindaco passati al secondo turno, il quadro che emerge non è semplicemente quello di una contrapposizione tra centro-sinistra e centro-destra. Benché alle elezioni locali si presentino anche molte liste civiche e vengano spesso modificate le alleanze esistenti a livello nazionale, è un fatto che l’assetto quasi bipolare che caratterizzava la competizione elettorale fino a qualche mese fa sembra essersi del tutto dissolto.
[ad]Nel 2007 solo in due degli otto comuni che andarono al ballottaggio (Parma e Taranto) non vi fu un confronto tra i partiti della Casa delle Libertà da un lato e dell’Unione dall’altro. Nei comuni che andranno al secondo turno in questa tornata elettorale amministrativa, invece, sono ben nove quelli in cui non vi sarà uno scontro diretto tra centro-destra e centro-sinistra. Il quadro delle alleanze è, infatti, molto più variegato
La coalizione formata da Pd, Idv e Sel si contenderà con l’Udc la poltrona di sindaco a Cuneo e a Lucca. In quest’ultima città il sindaco uscente Mauro Favilla era stato eletto nel 2007 con il sostegno di Fi, An, Udc e Lega ottenendo il 52,6% dei voti, mentre, ripresentandosi quest’anno con il solo sostegno del Pdl ha ottenuto appena il 14%. Anche a Cuneo la corsa solitaria del Pdl, della Lega e del Fli ha favorito il candidato espresso dal partito di Casini.
Le prove generali di un’ipotetica Grosse Koalition (grande coalizione) formata dai partiti del centro-sinistra (Pd, Idv e Sel) e il Terzo Polo sono andate in scena a Taranto (il Fli ha presentato una propria lista autonoma). Il candidato sostenuto da questi partiti si giocherà il ballottaggio con Mario Cito, rappresentante di una lista civica, appoggiato anche da La Destra e da Fiamma Tricolore.
A Parma e Belluno, invece, Pd e Idv saranno uniti rispettivamente contro Pizzarotti, il candidato del sorprendente Movimento 5 stelle, e Jacopo Massaro, che, pur essendo sostenuto solo da liste civiche, ha ottenuto il 24% dei voti. All’Aquila un centro-sinistra orfano dell’Idv, ma appoggiato dall’Api, cercherà di difendere la riconferma del sindaco Massimo Cialente a cui si oppone Giorgio de Matteis del Mpa. Anche in queste tre città i partiti del Pdl disgregato si sono attestati su percentuali molto più basse rispetto al 2007 venendo esclusi dai ballottaggi.
A Palermo la sfida si svolge tutta all’interno del centro-sinistra. Leoluca Orlando, dell’Idv, dopo l’exploit elettorale del primo turno, si scontrerà con Fabrizio Ferrandelli, il contestatissimo vincitore delle primarie contro Rita Borsellino.
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[ad]Infine, i ballottaggi di Trapani ed Agrigento vedranno confrontarsi candidati del Pdl e candidati centristi. Nella prima città Udc e Fli a sostengono congiuntamente Giuseppe Maurici, mentre nella seconda è solo l’Udc ad accedere al ballottaggio, visto che Fli a Api si erano schierate a favore di un altro candidato.
La difficoltà del centro-destra è indubbiamente una conseguenza della separazione delle forze politiche che hanno fatto parte dell’ultimo governo Berlusconi e del loro concomitante declino elettorale. A ciò si è aggiunto un generale arretramento dei partiti tradizionali, di destra e di sinistra, a favore di liste civiche e del Movimento 5 stelle. Si evidenzia quindi un processo di metamorfosi del sistema partitico italiano i cui esiti sono tutt’ora difficili da prevedere, ma in cui emergono attori politici diversi dai classici partiti politici e che, anzi, li rinnegano. Nella fase successiva al terremoto politico del 1993 i partiti italiani sono stati in grado di “assorbire il colpo” e ricondurre al loro interno, grazie anche ad una legge elettorale maggioritaria, la competizione politica. Resta da capire se vi riusciranno anche in questa occasione.