Il Governo Berlusconi IV, insediatosi a seguito delle elezioni politiche 2008, ha introdotto la figura del Ministero della Semplificazione Normativa, presieduto dal leghista Roberto Calderoli, come strumento per eseguire una revisione ed una riduzione delle norme vigenti in Italia.
L’ambito di azione del Ministero è contenuto in due leggi delega: la prima, la Legge Delega 246/2005, consente al Governo di sopprimere le leggi antecendenti il 1° gennaio 1970 di cui non è ritenuta indispensabile la permanenza in vigore; la seconda, la Legge Delega 69/2009, permette invece di cancellare le leggi successive al 1970 “oggetto di abrogazione tacita od implicita”, ovvero quelle leggi considerabili obsolete in quanto mai applicate o sostituite da altre norme.
[ad]Fino ad oggi sono stati approvati in materia due decreti legislativi, il Decreto Legislativo 179/2009, che elenca una lista di leggi antecedenti il 1970 da mantenere in vigore, ed il Decreto Legislativo 66/2010 di riforma del Codice dell’Ordinamento Militare.
Proprio quest’ultimo intervento ha scatenato recentemente una serie di polemiche che hanno fatto parlare del provvedimento come di una norma “salva-Lega”.
Nell’articolo 2268 del Decreto Legislativo 66/2010, infatti, viene abrogato il Decreto Legislativo 43/1948, che stabiliva le pene per la promozione, costituzione, organizzazione e direzione di associazioni di carattere militare a scopo politico anche indiretto che facessero uso di violenza o minaccia, reato sancito addirittura dalla Costituzione.
L’Italia dei Valori ha richiesto una rettifica del Decreto Legislativo 66/2010 prima della sua entrata in vigore il 9 ottobre 2010, ma a tale data il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale senza alcuna correzione.
La cancellazione del Decreto Legislativo 43/1948 comporta la depenalizzazione del reato sopra descritto, e questo ha un effetto immediato sul processo a carico di trentasei esponenti della Lega Nord: attraverso una serie di intercettazioni telefoniche era infatti emerso che la Guardia Nazionale Padana, la “milizia” leghista attiva negli anni ’90, doveva tenersi pronta per l’organizzazione della resistenza armata e per la pianificazione della secessione del Nord Italia. Anche se il fatto è stato commesso in un periodo in cui il Decreto Legislativo 43/1948 era in vigore, la conversione in legge anche per un solo giorno del Decreto Legislativo 66/2010 consente agli imputati, per il principio del favor rei, di essere giudicati con la legislazione ad essi più favorevoli: nel caso in questione, una legislazione tale per cui non è prevista alcuna pena per il reato in questione a causa del vuoto legislativo creatosi proprio dall’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948.
L’Italia dei Valori è riuscita ad ottenere per il 13 ottobre un question time del Ministro Calderoli alla Camera dei Deputati, affinché potesse rispondere della mancata cancellazione dell’articolo. Il deputato Massimo Donadi (IdV), ha raccolto sul suo sito lo scambio tra lui stesso e Calderoli.
La risposta del Ministro è stata articolata, come si legge, in tre argomentazioni:
- la norma è stata inserita nella lista delle leggi da abrogare da una commissione tecnica istituita dal precedente governo di centrosinistra
- a seguito dell’approvazione del Consiglio dei Ministri, non sarebbe stato possibile intervenire con una rettifica in Gazzetta Ufficiale
- il Decreto Legislativo 43/1948 era comunque obsoleto, quindi la sua abrogazione non desta alcuna preoccupazione
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[ad]Il 15 ottobre 2010 Vito Poli, Consigliere di Stato e presidente della commissione tecnica citata da Calderoli, ha scritto una lettera al Ministro e a Massimo Donadi, precisando che nessun componente del comitato scientifico ha proposto (o inserito del relativo elenco) l’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948. Si specifica inoltre nella lettera che l’inserimento di tale Decreto Legislativo nella lista delle leggi da abrogare è un errore materiale a causa della sua incoerenza giuridica con il Decreto Legislativo 179/2009, che al contrario mette il 43/1948 al posto 1.001 della lista delle leggi da non eliminare.
Tale conflitto avrebbe reso possibile considerare l’abrogazione, secondo quanto riportato nella lettera, come un errore materiale, giustificando così l’utilizzo di una rettifica in Gazzetta Ufficiale.
Lo stesso Ministero della Difesa, come riportato anche da News Sicurezza Difesa (che a sua volta cita l’ANSA) aveva richiesto tale rettifica, incontrando, ribadisce ancora la lettera, l’opposizione proprio del Ministro Calderoli.
La lettera termina citando alcune sentenze della Consulta e della Cassazione che avrebbero avallato l’utilizzo della strategia della correzione in Gazzetta.
Questi passaggi, uniti al fatto che il Decreto Legislativo 43/1948 era utilizzato – contrariamente alla sua obsolescenza citata da Calderoli – nel processo contro la Guardia Nazionale Padana, paiono smentire seccamente quanto riportato dal Ministro davanti al Parlamento.
Sembra essere, quindi, la parola di Poli contro quella di Calderoli.
Quando è stato inserita l’abrogazione contestata? Da chi? In una lettera inviata al Presidente della Camera Fini (FLI), Calderoli sostiene che l’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948 era stata presente anche nelle versioni preliminari di quello che sarebbe poi diventato il Decreto Legislativo 66/2010, e accusa di disattenzione i componenti della commisssione tecnica che ne hanno negato la presenza ed i parlamentari dell’opposizione che non hanno espresso rilievi in Aula. Inoltre attribuisce la paternità del Decreto Legislativo 66/2010 al Ministero della Difesa, rivendicando per sé il Decreto Legislativo 179/2009 che invece espressamente salvava la norma contestata.
Questo secondo passaggio pare essere tuttavia in contrasto con l’affermazione del Ministero della Difesa citata da Poli e confermata dall’ANSA.
Il file dell’Atto 165 del Senato, che dovrebbe contenere il testo del Decreto Legislativo così come è stato esaminato dalla Commissione Difesa, riporta tuttavia l’abrogazione del 43/1948, esattamente come sostiene il Ministro. E, sempre come sostiene il Ministro, nella discussione in Commissione non vi è traccia di interventi legati a tale abrogazione, in special modo da parte del Senatore Caforio, esponente dell’Italia dei Valori. Questo fatto dimostra l’eguaglianza tra il testo esaminato dal Senato e quello licenziato dal Consiglio dei Ministri: se ci sono state variazioni tra il parere della commissione tecnica e la legge, queste sono avvenute prima della presentazione del documento al Senato.
Cosa è successo, in realtà? Anche unendo i fatti certi alle dichiarazioni, l’aperta opposizione tra la lettera di Poli e le parole di Calderoli rende impossibile ricostruire una storia coerente, e la vicenda assume sempre più le sfumature del giallo…
Matteo Patané
(Blog dell’autore: Città Democratica)