Danimarca, Germania, Francia e Regno Unito. Sono solo alcuni dei Paesi europei, colpiti dal coronavirus, in cui le scuole sono state riaperte o riapriranno parzialmente i battenti per accogliere gli studenti e dare sollievo ai genitori obbligati a tornare in ufficio dopo la fine dei vari lockdown. Nell’elenco non è compresa l’Italia che ha deciso di rinviare a settembre la riapertura degli edifici scolastici. Una scelta che, secondo i sondaggi politici Noto per Qn, scontenta la maggioranza degli italiani. Il 57% avrebbe infatti preferito una riapertura anticipata. A sostenere la decisione presa dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è appena un italiano su quattro mentre il 20% preferisce non rispondere alla domanda.
Tante le motivazioni di chi critica la scelta di non riaprire le scuole. In primo luogo c’è la didattica a distanza. Sperimentata per la prima volta in un contesto di emergenza, ha raccolto applausi ma anche molte critiche. Tra queste il divario digitale del Paese che ha diviso la popolazione scolastica in studenti di serie A (quelli che possono accedere alle lezioni online perché muniti di pc e connessione internet) e serie B (quelli impossibilitati a seguire le lezioni online per la mancanza di strumenti digitali). E allora non è un caso se la didattica a distanza venga giudicata negativamente da 6 italiani su 10 e positivamente da appena il 29%. Non solo. Secondo il 46% dei genitori, la chiusura delle scuole ha avuto effetti negativi sull’umore dei figli. L’unica proposta che sembra trovare il consenso della maggior parte degli italiani riguarda la possibilità di aprire le scuole solo per un giorno alla fine dell’anno scolastico per permettere agli studenti, soprattutto quelli alla fine di un ciclo, di salutarsi. Peccato che sia stata bocciata dal governo.
Sondaggi politici Noto: mascherina sì, riduzione orari lezione no
Intanto, con le scuole chiuse ma operative, il ministero dell’Istruzione sta cominciando a prepararsi in vista della riapertura prevista per settembre. Le linee guida del comitato tecnico scientifico prevedono l’obbligo di mascherina per gli studenti. Proposta quest’ultima che trova favorevole il 57% degli intervistati. L’idea, allo studio della commissione Bianchi, di ridurre i moduli di lezione delle scuole superiori da 60 a 45 minuti, viene invece bocciata dal 66% degli italiani. Infine, sulla possibilità di promuovere tutti di diritto alla fine di quest’anno scolastico, gli intervistati si dividono: il 46% si dichiara contrario mentre il 44% si dice favorevole.
Sondaggi politici Noto: nota metodologica
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