Chi sono i gilet arancioni: motivi protesta e chi è Pappalardo
Chi sono i gilet arancioni che stanno animando le piazze italiane contro il governo e chi è il loro leader, il generale Pappalardo.
Il popolo dei Gilet Arancioni: a qualcuno ricorda il movimento dei Forconi, altri richiamano la nascita del Movimento 5 Stelle. Ma invero i gilet arancioni non sono nulla di tutto questo. Rappresentano un movimento politico sì, e alla loro guida c’è un ex generale dei Carabinieri, Antonio Pappalardo. Il richiamo evidente è ai Gilet Gialli francesi e fino a poche settimane fa era poco considerato. A fine maggio, però, una serie di manifestazioni ha fatto salire il movimento agli onori delle cronache per aver generato assembramenti durante manifestazioni di piazza anti-governative nelle quali si affermava più volte come la pandemia non esista.
Gilet arancioni: dalle elezioni in Umbria al Covid-19
Fondato nel 2019, il movimento dei gilet arancioni ha esordito alle elezioni regionali in Umbria, ottenendo però solamente 524 voti, ovvero lo 0,1% del totale. “Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori non è vittima. È complice”, uno dei messaggi pubblicati su Facebook da alcuni esponenti del movimento che non digerirono bene la decisione democratica del popolo umbro.
Poi c’è stata la pandemia e a fine maggio i raduni in 29 città italiane, comprese Roma, Milano, Torino e Napoli. In pochi degli arancioni che si sono radunati indossavano la mascherina – anche perché contrari, come dice Pappalardo, “la mascherina danneggia i polmoni” – e ovviamente il distanziamento sociale è una chimera.
La fine di un’era che potremmo non rivedere più
Chi sono i gilet arancioni
Li abbiamo nominati all’inizio di questo articolo, ma invero sono all’origine dell’odierno movimento dei gilet arancioni. Stiamo parlando del Movimento dei Forconi, che tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 fece molto parlare di sé. Tra i principali “pionieri” di questo movimento c’era proprio Antonio Pappalardo, che oggi è alla guida dei gilet arancioni. L’obiettivo principale, perseguito anche con il successivo Movimento Liberazione Italia, era quello di togliere il potere al Parlamento, in quanto abusivo, per restituirlo al popolo sovrano.
Nel febbraio del 2019 fonda il Movimento Gilet Arancioni, che racchiude alcuni partiti e movimenti politici minori, esordendo nello scenario che conta alle elezioni regionali in Umbria, dove, come abbiamo visto, l’esito non è certamente quello sperato.
Il Movimento, oltre a “rubare” il nome ai gilet francesi, prende spunto dai gilet arancioni indossati dagli agricoltori durante le loro proteste del 2019. Agricoltori che oggi si dissociano totalmente dalle proteste dei giorni scorsi e che non vogliono minimamente essere accomunati con queste agitazioni. Il Movimento dei Gilet Arancioni è letteralmente un movimento politico che persegue le battaglie intraprese dai Forconi prima e dal MLI poi. Per i gilet arancioni il governo e il Parlamento sono due organi “abusivi”, a causa della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum, e il Paese deve recuperare la sovranità monetaria tramite la stampa della nuova Lira. Tra le posizioni dei gilet arancioni spicca anche un pensiero anti-vaccini, mentre al tempo del Covid-19 due nuove idee: il Covid-19 non esiste, “è un bluff organizzato” e l’opposizione all’obbligo di indossare la mascherina.
Chi è Antonio Pappalardo
Antonio Pappalardo nasce il 25 giugno 1946 a Palermo. Diplomato al liceo scientifico Cannizzaro del capoluogo siciliano, frequenta l’Accademia militare di Modena, quindi la Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma. Nominato tenere dell’Arma, si trasferisce in Calabria, dove diventa Capitano, quindi a Pordenone e qui opera nelle attività di soccorso alle popolazioni colpite dal terribile terremoto che colpì il Friuli e per l’occasione ottenne anche una Medaglia commemorativa. Si laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova, frequenta un master in studi europei presso l’Istituto Alcide De Gasperi di Roma, quindi è convocato al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. All’inizio degli anni Ottanta è eletto nel Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare dell’Arma, ne diventa presidente dal 1988 e ricopre la carica fino al 1991, per poi essere rieletto all’interno del COCER nel biennio 1999-2001. Nel 2006 è stato collocato in congedo e un anno dopo fonda il SUPU, acronimo che sta per Sindacato Unitario dei Pensionati in Uniforme, ponendo tra gli obiettivi prioritari la stabilizzazione del personale militare precario.
La carriera politica di Pappalardo inizia nel 1992, quando viene eletto alla Camera dei Deputati come membro indipendente nelle liste del PSDI. In quell’anno è vicepresidente della Commissione Difesa ed è membro della Commissione Finanze. Nel 1993 fonda il movimento politico Solidarietà democratica, ma nel settembre di quell’anno entra nel gruppo misto. Nel 1994 si candida alle europee come indipendente nelle liste di Alleanza Nazionale, ma non viene eletto.
Dopo una lunga pausa, torna nel 2001 con un nuovo movimento, Popolari Europei, e diventa segretario dell’Associazione Culturale Nuova Prospettiva.
Oltre alla politica, Pappalardo è anche scrittore, poeta, pittore e compositore.
Pappalardo è salito alla cronaca di recente anche per essersi recato al Quirinale per notificare un verbale d’arresto a carico del presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché usurpatore politico, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale Porcellum. A tal proposito sui social network istigava all’arresto dei membri del governo e del Parlamento, per le stesse ragioni di cui sopra. In occasione delle manifestazioni di fine maggio, Pappalardo è stato infine denunciato dall’autorità giudiziaria per violate disposizioni relative al contenimento del contagio (divieto di assembramento e obbligo di indossare la mascherina).
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it