Pensioni ultima ora: Quota 100 e anticipata, picco di pensionamenti?
Pensioni ultima ora: come potrebbe influire l’emergenza coronavirus sulle scelte dei lavoratori per le richieste di pensionamento anticipato? Scenario
Pensioni ultima ora: come abbiamo sottolineato più volte è molto probabile che il coronavirus abbia conseguenze gravi sull’economia nazionale e che ciò possa nel tempo avere e comportare risvolti problematici anche di natura previdenziale. Il timore riguarda la possibilità di mantenere in equilibrio i conti dello Stato ed il rapporto tra gettito fiscale e uscite dello Stato.
Le incertezze del futuro
Pensioni ultima ora – La materia è complessa ed è difficile fare stime precise su ciò che potrà accadere in futuro del quale si discute ininterrottamente anche per valutare proposte previdenziali alternative. Di sicuro c’è da fare i conti con le misure attualmente in vigore e sulle dinamiche pensionistiche già in corso. Una misura chiave degli ultimi tempi è Quota 100 ovvero la modalità con cui a seguito del decreto n. 4/2019 e sino al 31 dicembre 2021 vanno e potranno andare in pensione i lavoratori che hanno i seguenti requisiti: 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. A Quota 100 si aggiungono altre forme di pensionamento anticipato, introdotte già prima dell’intervento legislativo ad opera del governo Conte I sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega, gestite dall’Inps.
Pensioni ultima ora, i numeri
Secondo quanto messo in evidenza dal Centro studi Itinerari Previdenziali negli ultimi tempi c’è stato un aumento delle domande di pensionamento anticipato tramite i canali come pensioni anticipate, APE social e lavoratori precoci.
Nell’articolo dedicato al tema, Today riferisce i numeri al 31 dicembre 2019 per i singoli canali di pensionamento. 228.829 le richieste totali (150.768 quelle accolte) tramite Quota 100. A cui sommare 201.941 richieste di pensioni anticipate (106.777 concesse pari al 52,9%); 26.676 Opzione Donna (17.943 concesse, 67,3%), 117.265 APE sociale (54.774 concesse, 46,7%) e 98.492 lavoratori precoci (41.280 concesse, 41,9%).
Uno scenario che nell’era post-Covid potrebbe registrare un considerevole aumento delle domande di pensionamento determinato dalle difficoltà oggettive con le quali molte imprese si trovano a fare i conti e, conseguentemente, con la situazione poco rassicurante per lavoratori che potrebbero dunque decidere di accelerare il loro percorso verso la pensione magari anche rinunciando ad una piccola parte dell’assegno pensionistico.
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