La decisione del premier Conte di convocare gli Stati Generali dell’economia al fine di individuare soluzioni finalizzate alla ripresa economica del Paese ha provocato un piccolo terremoto politico all’interno della maggioranza. Il Pd, all’oscuro della proposta, si è scagliato contro il capo del governo accusandolo di agire in solitaria. In molti hanno letto la mossa di Conte non come una semplice dimenticanza, bensì come un passo studiato per acquisire un’autonomia decisionale che ha una meta ben precisa. Quale? Raccogliere il consenso fin qui goduto per creare un suo partito e scendere ufficialmente in campo qualora il progetto giallo rosso dovesse definitivamente naufragare.
Sondaggi elettorali Quorum: lista Conte raccoglierebbe il 14% dei consensi
La scorsa settimana un sondaggio Quorum per SkyTg24 ha provato a sondare la forza elettorale di un partito contiano. Secondo la rilevazione, un soggetto siffatto otterrebbe il 14% dei consensi. Voti che arriverebbero principalmente dalle due maggiori forze politiche che sostengono il governo giallo rosso: Movimento 5 Stelle (che scenderebbe al 9,7%) e centrosinistra (che calerebbe al 16,5%). Conte attirerebbe però anche i voti di parte degli elettori di centrodestra (8,2%), altri partiti (5,3%) ma soprattutto andrebbe a pescare nel grande bacino degli indecisi e degli astenuti (51,1%). In pratica, il partito contiano andrebbe ad aggiungere voti alla coalizione giallo rossa anziché toglierli.
Gran parte dei consensi che riscuote oggi un ipotetico partito del premier sono drogati però dalla gran fiducia che ottengono oggi sia il governo (52,9%) che Conte (57,1%). Gradimento che è cresciuto soprattutto negli ultimi mesi, quando a fronte dell’emergenza sanitaria, gli italiani si sono stretti intorno al governo in carica.
Fatto, quest’ultimo, che porta il sondaggista Ilvo Diamanti ad affermare dalle pagine di Repubblica che qualora dovesse dar vita a una propria lista, Conte perderebbe la propria autonomia e, di conseguenza, i consensi che gli vengono attribuiti.
Ad oggi, quindi, è meglio guardare i voti reali dei partiti esistenti. In questo caso, i sondaggi elettorali danno la Lega al 26,3% seguito dal Pd (21,6%) e dal Movimento 5 Stelle (15,5%). Staccato di appena mezzo punto dai pentastellati si trova Fratelli d’Italia (15%). Sotto il 10%, ecco nell’ordine Forza Italia (6,5%) e Italia Viva (3,1%). Racchiusi tra il 2% e il 3% ci sono La Sinistra (2,7%), Azione (2,4%) e +Europa (2,3%). Chiude Cambiamo con lo 0,1% mentre gli altri partiti sono dati al 4,6%.
Sondaggi elettorali Quorum: nota metodologica
Data o periodo in cui è stato realizzato il sondaggio: dal 27 al 30 maggio 2020. Universo di riferimento: cittadini maggiorenni residenti in Italia, indagati per quote di sesso ed età stratificate per macroarea di residenza. Interviste totali realizzate: 1009 casi su 4991 chiamate totali. Errore campionario: +/- 3,1% con intervallo di confidenza del 95%. Metodologia mista CATI/CAMI (Computer Aided Telephone Interview/ Computer Aided Mobile Interview).
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