Ieri la task force di Vittorio Colao ha presentato il proprio Piano di rilancio per l’Italia (di cui avevamo anticipato i punti salienti) a Palazzo Chigi, in vista dei futuri Stati generali dell’economia, annunciati dal Premier Conte.
Abbiamo già esaminato gli aspetti del “Piano Colao” per quello che riguardano gli interventi nella P.A., nel rilancio della cultura e della ricerca scientifica, nonché quelli caratterizzanti il mondo dell’impresa, dell’occupazione e gli investimenti nelle infrastrutture e nell’economia green.
Un altro pilastro fondamentale del Piano Colao riguarda il welfare e l’accesso alle risorse.
Un “reddito di libertà” per le donne, un welfare inclusivo e per la parità di genere
Tra gli interventi presenti nel Piano Colao a favore di famiglie e individui, largo spazio è dedicato alla proposta di un “reddito di libertà“, una misura alla stregua del “reddito di Emergenza” o “di Cittadinanza” per tutte le donne vittima di violenza. Il più importante, ma non di certo l’unico, tra gli strumenti di promozione della parità di genere pensati dalla task force “per ridurre l’inaccettabile ritardo che da decenni frena lo sviluppo del nostro Paese”.
Si pensa, inoltre, all’attivazione di una serie di strumenti per il potenziamento del welfare locale e per la promozione della coesione e l’inclusione sociale degli individui vulnerabili, specie coloro che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro a seguito degli effetti della crisi pandemica.
All’interno del documento consegnato da Colao al governo c’è persino un “piano nazionale per lo sviluppo dei nidi pubblici e privati“, da realizzarsi attraverso incentivi a favore dello sviluppo di strumenti di welfare aziendale, similmente a quanto accade in Nord Europa, e lo sviluppo di professionalità dedicate al work-life balance. Ciò presupporrebbe una riforma dei congedi parentali e di paternità l’introduzione di un sistema di, detrazioni fiscali per i figli e dei bonus verso un assegno unico.
E qualora non bastasse, ecco il nocciolo del programma forte del Piano Colao, per la parità e “contro gli stereotipi di genere“,contenete misure per aumentare l’occupazione femminile che riequilibri quanto meno la presenza femminile negli organi apicali e consultivi e riduca il divario retributivo di genere (il cosiddetto gender gap salariale).
Si prevede, inoltre, “la creazione di una Rete di Imprese contro la Violenza, ad adesione volontaria, per un confronto sullo sviluppo di politiche ed azioni aziendali in favore sia delle donne inserite grazie al programma sia di ogni lavoratrice eventualmente esposta a forme di violenza in ambito domestico”.
Per quanto riguarda i minori, il Piano Colao prevede misure volte a “contrastare la povertà alimentare attraverso il rafforzamento del servizio di refezione scolastica” e un programma di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale minorile.
Piano Colao: un univo Codice Tributario e un welfare universale che superi l’approccio categoriale
Benché il Comitato che ha licenziato il Piano Colao sostenga di non aver trattato in modo esaustivo “né interventi di ampio respiro nell’area della Scuola, già presidiata da un apposito comitato, né ampie riforme strutturali di contenuto specialistico, quali quelle della Giustizia civile, della Fiscalità e del Welfare”, ha egualmente espresso alcune considerazioni di carattere politico.
Secondo il Piano della task force di Colao, la riforma del sistema della giustizia civile deve ritenersi “imprescindibile per un Paese che intenda attrarre gli investimenti esteri e aumentare quelli domestici”, mentre sul fronte fiscale “prioritario dovrebbe essere organizzare in modo sistematico e chiaro la normativa esistente, creando un unico Codice Tributario”.
In aggiunta a quanto proposto in materia di welfare, la task force di Colao ribadisce che occorrerebbe ripensarlo in termini universalistici e non “con un approccio categoriale“, come attualmente è, “contraddicendo le raccomandazioni degli esperti del settore e delle organizzazioni internazionali”.
Da questo punto di vista, “l’efficacia di molti incentivi alle diverse forme di lavoro introdotti nell’ultima decade appare dubbia, mentre evidente è la disparità di trattamento riservata alle diverse categorie di lavoratori, specialmente di quelli della “Gig economy”. È quindi tempo – conclude il documento del Piano Colao – di mettere mano al sistema complessivo degli incentivi e degli ammortizzatori sociali, con particolare attenzione all’equità del sistema”.
Queste le proposte al vaglio del Premier e del governo. Si attendono ora gli Stati generali dell’economia che, a partire dal contributo offerto dalla task force di Colao, metteranno a punto l’Italia del domani.