Con l’inizio della Fase 2 dell’emergenza sanitaria si è cominciato a parlare del plexiglas, materiale prescelto in molti casi per realizzare schermature anti-contagio sui luoghi di lavoro e di svago. Una piccola diatriba politica ha fatto scoppiare un caso: come si scrive correttamente la parola?
Plexiglass o plexiglas: scoppia il caso
Come si scrive Plexiglas con una o con due “s” alla fine? Sembra un dettaglio di poco conto, eppure, è stato alla base di una breve schermaglia tra il ministro dell’Istruzione Azzolina e il capo della Lega Salvini. Quest’ultimo ha scritto in un tweet, riferito alle misure previste per la ripartenza in sicurezza delle scuole a settembre, “plexiglas” con una “s” finale soltanto. Successivamente la titolare del Miur ha voluto correggere il segretario del Carroccio: “plexiglass”, così andrebbe in realtà scritta la parola, con due “s” finali.
Come si scrive correttamente?
Innanzitutto, bisogna precisare che per Plexiglas si intende il polimetilmetacrilato, un materiale plastico di solito trasparente inventato tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30: ormai è utilizzato in moltissimi settori, dall’edilizia alla medicina, data la sua duttilità e resistenza. Il materiale nel corso del tempo è stato commercializzato con diverse diciture una di queste è proprio Plexiglas. Insomma, il nome di una delle aziende che attualmente produce e vende il materiale è scritto con una sola “s”. Ci sono altre aziende che producono e vendono lastre della speciale resina ma quella che evidentemente ha avuto più successo e che quindi gli ha dato il nome, per antonomasia, è la Plexiglas di proprietà del gruppo chimico tedesco Röhm GmbH. Ora, è vero che nel corso del tempo si è diffusa anche la dicitura Plexiglass, con due “s” finali, d’altra parte, se bisogna per forza essere precisi, pare decisamente più corretto scrivere Plexiglas con una sola “s” finale.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it