La task force guidata da Vittorio Colao, uomo prescelto dal Premier per progettare il piano di effettivo rilancio economico per il Paese, ha fissato – tra i punti programmatici – anche alcune disposizioni in merito alla sanatoria dei contanti non dichiarati. Ci riferiamo al piano per la ripartenza, che dalla task force è stato consegnato il giorno 8 giugno al mondo delle istituzioni. In particolare, si tratta di un dossier di 121 pagine suddivise in 6 macro aree, in cui sono segnalati ed auspicati vari interventi e strategie per la ripresa del Paese. Qui di seguito, però, vogliamo soffermarci su quanto previsto dal team presieduto da Colao, in tema di sanatoria contanti non dichiarati. Facciamo il punto.
Contanti non dichiarati e condono: la novità
Si tratta di una novità che sicuramente non dispiacerà a chi tiene contanti non dichiarati all’Agenzia delle Entrate, e quindi “in nero”, nella propria cassetta di sicurezza o nella propria abitazione. Una vera e propria sanatoria sui contanti nascosti che, nel gergo economico anglosassone, prende il nome di “voluntary disclosure” o collaborazione volontaria: tale novità permetterebbe di usare le entrate derivanti dal condono o sanatoria, allo scopo, per esempio, di finanziare gli interventi su nuove infrastrutture e ristrutturazione scuole.
Ricordiamo che la “voluntary disclosure”, in via generale, è una procedura che consente a coloro che hanno violato gli obblighi in ambito di dichiarazione annuale sui redditi vantati, di “autodenunciarsi” al Fisco e quindi di regolarizzare la propria posizione sia in materia di imposte dirette ed indirette, che in riferimento ai contributi previdenziali. Tale collaborazione – assai raccomandata negli ultimi anni anche a livello internazionale – è stata infatti anche definita una sorta di “pacificazione tributaria” tra contribuente e ufficio delle imposte.
I dettagli della proposta di condono
Nel piano ideato dalla taskforce guidata da Colao, e consegnato in questi giorni al Governo, vi è la previsione di un’imposta sostitutiva (dell’imposta sui redditi, addizionali, sostitutive, Irap, Iva, eventuali violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d’imposta, sanzioni e interessi) oscillante tra il 10% ed il 15% sui contanti non dichiarati, ovvero una percentuale che renderebbe comunque attrattiva l’emersione, anche tenuto conto del fatto che la somma emersa potrebbe essere molto più alta del reddito evaso.
Inoltre, dalla taskforce è raccomandato l’introduzione dell’obbligo – a carico di chi fa la voluntary disclosure – di investire per un quinquennio tra il 40% ed il 60% della somma conservata nella cassette di sicurezza o nella cassaforte nella propria abitazioni, in strumenti a sostegno della ripresa economica dell’Italia: investimento in social bond nominativi o altri strumenti simili, capitali di rischio dell’azienda della quale è azionista di controllo il soggetto che, secondo il piano Colao, viene volontariamente allo scoperto nei confronti del Fisco, ma anche – come detto – scuole ed infrastrutture che – come ben noto – necessitano di molteplici interventi di manutenzione, riordino e innovazione.
A questo punto, ci si potrebbe domandare quali sarebbero gli aspetti positivi di tale “auto-denuncia”: ebbene, dichiarare all’Agenzia delle Entrate i contanti incassati in nero (oppure anche conservati a fronte di attività di riciclaggio e autoriciclaggio di denaro sporco), comporterebbe l’assegnazione di un punteggio, la cui cifra dipenderebbe da alcuni parametri come la qualifica professionale del contribuente “emerso”, l’attività di lavoro da lui svolta e l’ammontare di contanti finalmente dichiarati. Laddove sussistano i presupposti per l’assegnazione di detto punteggio, il contribuente non dovrà dare alcun chiarimento specifico circa l’origine dei contanti in precedenza non dichiarati; altrimenti, sarà necessario chiarire alle autorità il come ed il perché si è detentori di una certa somma di contanti, per ottenere effetti premiali ed evitare anzi consistenti ripercussioni sul piano penale.
Concludendo, è pur sempre vero che siamo ancora sul terreno delle proposte e dei progetti per il futuro rilancio del Paese: questa novità inerente la lotta all’evasione fiscale, insieme a tutte le altre idee messe nero su bianco dalla taskforce, nel rapporto ‘Iniziative per il rilancio ‘Italia 2020-22‘ del Comitato di esperti in materia economica e sociale, dovrà ora essere attentamene vagliata dalle forze politiche. Si attendono dunque ulteriori novità circa le mosse che Governo e Parlamento vorranno compiere nelle prossime settimane.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it