La HBO ritira Via col vento e nel mondo si scatena il panico funkadelico
Per gli spettatori il mondo si divide in cospirazioni e rivoluzioni. Per i produttori, in percentuali di guadagno.
Da appassionato di Storia e di letteratura provo sempre un brivido quando sento parlare di programmi rimossi o monumenti abbattuti. Il protagonista di 1984, dopotutto, lo faceva di lavoro: riscriveva la Storia in base alle idee e alla politica del momento. Partiamo da un assunto: Via col vento ha contenuti razzisti? Boh. In famiglia mia non siamo esattamente ariani, ma non sta a me dirlo. È ambientato in un’epoca dove il razzismo era acclarato ed è girato in anni in cui il razzismo era presente, quindi è un documento storico. Che contiene stereotipi razziali.
Del resto la golden age di Hollywood ne è impestata. Colazione da Tiffany è un capolavoro, ma provate a guardarlo con Bruce Lee seduto di fianco. Io sto divorando buona parte dei noir, ed è incredibile la mole di stereotipi culturali e razzisti sugli italiani. E noi siamo permalosi; tiriamo su una chiassata ogni volta che Der Spiegel partorisce copertine con stereotipi culturali.
Sia Via col vento che Colazione da Tiffany sono adattamenti di libri. Quelli verranno rimossi dalle librerie? Penso di no, per tre motivi: il primo è che la censura serve solo ad aumentare il valore e l’interesse di un’opera, il secondo che la folla rifugge i libri come fossero magma, e terzo che la programmazione di un’emittente è decise con obiettivi commerciali. HBO è un’emittente privata che campa sul gradimento del pubblico, ergo fa quello che le conviene per fatturare.
Non è censura, è capitalismo.
Se nel mio negozio espongo un fallo di marmo, un passante non può obbligarmi a rimuoverlo e non può obbligarmi a rimetterlo se lo tolgo: può solo scegliere se entrare o no, e io in base al gradimento deduco se mi conviene esporlo o meno. Via col vento o Colazione da Tiffany si possono comprare o noleggiare, è possibile scaricarli gratis con due click o possono essere recapitati a casa per pochi spicci. Non sono censurati. E da quand’è, poi, che le persone con idee di centrodestra – quindi liberali – pretendono di dire cosa fare o non fare a un’azienda privata?
A pensar bene, gli azionisti di HBO hanno deciso che proiettare quel film avrebbe rischiato di dare un altro pretesto per scatenare i boicottaggi quotidiani e quindi una perdita economica. A pensar male – e spesso ci si azzecca – la HBO ha visto le proteste e si è chiesta cosa potesse fare per cavalcarla e guadagnarci. Ricordiamo le mille aziende di pasta che dopo la polemica della famiglia tradizionale si gettarono sul cadavere della Barilla, le mille battutone di Taffo e oggi chi avrebbe mai sentito parlare dei cioccolatini Moretto?
Tutte campagne pubblicitarie che normalmente costerebbero somme sconsiderate diventano gratuite.
Riguardo a chi non crede a quest’ipotesi e ancora teme la censura, va fatto presente che nelle aziende viene scelto cosa proiettare e cosa no ogni singolo giorno senza fare notizia. Ma nella Storia si è sempre scelto di proiettare opere che fossero in linea con l’umore del pubblico: è così che si fanno i soldi. Se voglio aprire una TV in Cina non mi metto a far documentari sulla rivolta dei Boxer. Se sono in Israele non mi metto a proiettare film di Leni Riefenstahl. Se sono in Italia nel 1950 non provo nemmeno a scrivere libri che dissentono dalla visione cattolica, perché per andare in stampa serve l’imprimatur.
Dove ci sono soldi non esiste libertà di espressione o censura.