Nel 2010 in Venezuela la crisi economica raggiunge livelli drammatici. La gente muore di fame, il tasso di criminalità e morti sale alle stelle, ci sono epidemie, carestie e scarseggia di tutto, dal cibo ai medicinali. Il 2 giugno Chavez dichiara che la crisi è una “guerra economica”. Secondo quanto scritto da ABC, tre giorni dopo, il console della legazione diplomatica venezuelana a Milano, Gian Carlo di Martino, avrebbe fatto da tramite con l’emissario venezuelano Hugo Carvajàl (oggi indagato per narcotraffico e per aver armato le FARC colombiane) per consegnare a Gianroberto Casaleggio una valigetta contenente 3,500,000 euro in contanti.
Il tutto mentre Grillo, dal sacro blog, tuonava contro i dittatori Gheddafi e Berlusconi, si vantava di aver rifiutato 1,700,000 euro di rimborsi elettorali e il M5S aveva debuttato alle elezioni. Erano anche gli anni in cui Gianroberto Casaleggio diceva che se passava l’idea dell’accordo con qualsivoglia partito, lui sarebbe uscito dal Movimento.
Il M5S ha davvero tolto il pane di bocca ai venezuelani?
Staremo a vedere. ABC riporta stralci di documenti che non sappiamo ancora essere veri o falsi. Ci sono molte incognite, in questa storia. La prima è che i servizi segreti militari del Venezuela appartengono a Maduro, che è sempre stato un sostenitore di Chavez. È curioso facciano avere ai giornalisti qualcosa che mette il suo amato predecessore nei guai. Potrebbero esserci delle correnti all’interno, potrebbe essere una vendetta; di sicuro, non sono i giornalisti ad averli presi. Il movente è il solito, naturalmente: influenzare i rapporti.
L’Italia, nonostante gli ultimi anni di disastrosa politica estera, ha ancora un peso in Europa e nel mondo.
Del resto, Grillo e Casaleggio hanno fin dall’inizio un grande amore per l’America latina. A dicembre 2010 aveva pubblicato una bizzarra intervista ad Aleida Guevara con tanto di appello perché togliessero l’embargo a Cuba. Nel 2013 avevano comprato 13 società nel Costa Rica tramite Walter Vezzoli, seguace storico del M5S. Il Costa Rica era uno dei paesi con l’economia meno trasparente del mondo.
Come riportato da L’Espresso, non era possibile sapere chi finanziava quattro di queste società. Nelle altre, oltre a Vezzoli, figurava Nadereh Tadjik, cognata di Grillo, Enrico Cungi, arrestato nel 1996 per narcotraffico e Simone Pennino, nominato segretario di Ecofeudo s.a., il progetto di resort mai realizzato e di cui oggi non si sa più nulla.
Il M5S non ha mai riconosciuto la legittimità di Guaidò o di Maduro.
“Non capiamo perché il paese europeo più vicino a noi non prenda una posizione chiara contro il dittatore Maduro e non auspichi elezioni libere sotto l’egida di una comunità internazionale e lo sblocco di aiuti umanitari”, aveva lamentato Guaidò in una lettera scritta agli italiani e – in parte – pubblicata sui giornali. “Abbiamo bisogno che l’Italia sia dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia”.
Nel 2017, quando una delegazione del M5S composta da Manlio Di Stefano, Vito Petrocelli e Ornella Bertorotta ha visitato Caracas per partecipare agli atti commemorativi del quarto anniversario della morte di Hugo Chavez.
Che meraviglia.