Quando riapre la scuola a settembre 2020? Ecco la proposta del Miur
Quando riapre la scuola? Prosegue a ritmo serrato il dialogo tra Miur e Regioni; prende piede l’ipotesi di riaprire gli istituti scolastici a settembre
Quando riapre la scuola? Tutto dipenderà dall’andamento dei contagi ma mentre prosegue a ritmo serrato il dialogo tra Miur e Regioni sembra prendere piede l’ipotesi di riaprire gli istituti scolastici a settembre.
Quando riapre la scuola: la nota del Miur
Quando riapre la scuola? In questi giorni è stato lo stesso Ministero dell’Istruzione guidato da Lucia Azzolina a spazzare via dal tavolo le ipotesi circolate finora su diversi organi di stampa. Dunque, una nota licenziata dal Miur recita: “Il Decreto Scuola, recentemente convertito in legge, stabilisce che dal primo settembre le scuole potranno riaprire per le attività legate al recupero degli apprendimenti. La decisione dovrà essere presa insieme alle Regioni, a cui sarà proposta la data di ripartenza per lunedì 14 settembre, con l’obiettivo di tornare alla piena normalità scolastica il prima possibile”. Quindi, dal primo settembre attività di recupero e dal 14 settembre ripartenza delle lezioni in aula chiariscono da Viale Trastevere relegando di fatto al rango di “bufala” tutte quelle notizie che volevano tra le date in ballo per la riapertura degli istituti scolastici il 23 settembre o, addirittura, il primo di ottobre.
La palla passa alle Regioni
Detto ciò, bisogna pur sempre sottolineare che la data del 14 settembre è quella proposta dal Miur: ora, tocca alle Regioni esprimersi d’accordo o meno con tale scadenza. D’altra parte, la questione dei debiti da recuperare impone un’accelerazione sulla data certa di riapertura degli istituti, ricordano dall’Associazione Nazionale dei Presidi: solo con linee guida chiare, innanzitutto, gli insegnanti avranno modo di organizzarsi adeguatamente. In questo contesto, si inseriscono i sindacati che chiedono maggiore precisione al governo sulla ripartenza “in sicurezza”. L’introduzione del distanziamento è tra quelle che preoccupa di più: poiché le aule non potranno accogliere il numero attuale di studenti, servirebbero almeno altri 160mila docenti e 40mila Ata in più rilevano dalle associazioni di categoria.
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