Pensioni ultime notizie: assegni stravolti per Covid, cosa cambia
Pensioni ultime notizie: la pandemia determinata dal Covid-19 ha stravolto gli assegni pensionistici, con conseguenze importanti sugli importi.
Pensioni ultime notizie: la pandemia ha stravolto diversi aspetti della vita quotidiana e sociale e tra questi anche le pensioni, avendo importanti influenze su un discorso, quello sulla riforma generale del sistema previdenziale, che è ormai rimandato a data da destinarsi. In più negli ultimi giorni è emersa la notizia riguardante un calo degli importi degli assegni pensionistici. Chi andrà in pensione a partire dal 2021, infatti, percepirà meno rispetto a chi andrà in pensione entro la fine del 2020. Per chi è nel sistema retributivo cambierà poco, mentre chi è nel sistema misto o contributivo puro le modifiche saranno piuttosto importanti. Al ribasso, ovviamente.
Pensioni ultime notizie: le conseguenze del Covid sugli assegni
Come abbiamo scritto in questo articolo, a partire dal 2021 si riducono ulteriormente i coefficienti di trasformazione, passando in una media che va dal 4,186% al 6,466%. Il primo coefficiente riguarda sostanzialmente chi esce dal lavoro a 57 anni, che subirà quindi una riduzione dell’importo pari allo 0,33% rispetto al 2019. Se invece si dovesse andare in pensione a 65 anni, il coefficiente da considerare sarebbe quello del 5,22% e la riduzione dell’importo rispetto al 2019 sarebbe dello 0,48%. Infine, chi andasse in pensione a 71 anni si vedrebbe considerare un coefficiente del 6,466%, con un ribasso dell’assegno dello 0,72% rispetto al 2019.
Il rischio del Pil
Inoltre la vecchia riforma Dini stabilisce che i contributi versati a partire dal 1996 si rivalutano moltiplicando il montante contributivo per il tasso di capitalizzazione, ottenuto tramite una media rispetto al Pil dell’ultimo quinquennio. Una beffa non indifferente visto il crollo inevitabile del Pil dovuto alla pandemia. A meno che non si decida, visto il caso straordinario, di porre un limite alla rivalutazione del montante contributivo, vietando le rivalutazioni basate su un coefficiente inferiore 1 (quello che successe nel 2015 con Renzi, visto il forte calo del Pil registrato negli anni precedenti).
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