Buoni fruttiferi postali serie Q/P: approvata la rivalutazione della liquidazione
Buoni fruttiferi serie Q/P: nuovi ricorsi in cui si chiedeva la rivalutazione della liquidazione in base ai rendimenti riportate sul retro dei titoli
Nuove decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario sui buoni fruttiferi serie Q/P: anche in questo caso i ricorrenti chiedevano la rivalutazione della liquidazione in base ai rendimenti riportate sul retro dei titoli.
Buoni fruttiferi postali: le ultime decisioni Abf sui titoli serie Q/P
Nuove decisioni sui buoni fruttiferi serie Q/P sono state pubblicate sul sito dell’Abf negli ultimi giorni. I casi presi in oggetto dall’autorità nello specifico hanno riguardato tre titoli di cui due sottoscritti il 27 maggio 1986 (serie P) ed un terzo di serie Q/P sottoscritto il 18 agosto 1986: i ricorrenti chiedevano che la rivalutazione della liquidazione applicando i tassi di interesse come riportati sul retro dei titoli. Se per i primi due l’Abf ha rigettato il ricorso, in quanto il contratto dei due titoli è stato legittimamente modificato dal Decreto del 13 giugno 1986, per il terzo ha dato ragione ai ricorrenti in linea con l’orientamento tenuto anche in altre decisioni in cui veniva richiesto l’applicazione dei tassi di interesse originariamente fissata dal ventunesimo al trentesimo anno (mentre per gli anni precedenti a questi era intervenuto a modificare i tassi il suddetto decreto del 13 giugno 1986).
Le modifiche apportate dal decreto del 1986
Il Decreto ministeriale del 13 giugno 1986 costituisce un vero e proprio “spartiacque” per quanto riguarda la normativa riguardante i buoni fruttiferi postali. Il provvedimento è andato a modificare i tassi di rendimento originariamente fissati per i titoli, tuttavia, le sue disposizioni sono state di fatto annullate da un’altra legge risalente al 1999, andando a complicare non di poco la liquidazione degli interessi, in particolare, dei titoli di serie Q/P. Infatti, i risparmiatori che hanno sottoscritto tali buoni alla scadenza si sono visti restituire un importo molto inferiore a quello preventivato, d’altra parte, non sempre Poste Italiane si è adeguata ai cambiamenti delle regole in modo corretto, lasciando spazio alle possibilità di ricorso da parte di numerosi risparmiatori.
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