Al termine della conferenza Stato-Regioni di ieri, stante alle ultime notizie, sembrerebbe confermata l’intesa tra governo ed Enti locali per la riapertura delle scuole a settembre. Unico ad aver manifestato contrarietà è il Presidente della Campania Vincenzo De Luca che ha voluto precisare: “non diremo che siamo d’accordo con le misure che saranno prese”. Secondo De Luca, “i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante. Non daremo l’intesa perché consideriamo irresponsabile il voto il 20 settembre e non è stato definito l’organico dei docenti”.
Il Premier Conte, nella conferenza stampa successiva all’incontro, ha ribadito: “la scuola è al centro delle politiche di questo governo, è al centro dei nostri pensieri”, confermando le ultime notizie che circolavano circa lo stanziamento di un miliardo in più.
Il governo prevede, inoltre, da gennaio, oltre al miliardo già stanziato, anche “due miliardi per l’edilizia scolastica”. Questo sembrerebbe essere uno degli obiettivi del piano di rilancio, discusso durante gli Stati generali dell’Economia la scorsa settimana.
Tutto dipenderà, però, da quanto si deciderà in sede europea sul Recovery Fund, sul quale, secondo alle ultime notizie di questa settimana a proposito dei dissapori tra governo e Austria e Olanda, sembrerebbe continuare a non esserci convergenza tra i Paesi europei, con l’Italia che vorrebbe un Recovery composto quanto più possibile di sovvenzioni e i Paesi frugali che vorrebbe fosse erogato sotto forma di prestiti.
In ogni caso, Conte ha assicurato che il governo vorrebbe impegnarsi per “una scuola più moderna, più sicura, più inclusiva”.” Vogliamo contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica“- ha ribadito ancora una volta il Premier, dopo la conferenza stampa di domenica scorsa – “le cosiddette classi pollaio a noi non piacciono affatto”. E “Non è una sfida della ministra Azzolina o mia, ma una sfida da vincere tutti insieme, dirigenti, sindacati, forze politiche e amministrazioni locali, per una nuova scuola a Scampia che si avvicini sempre più alle best practices“.
Governo ultime notizie, Azzolina: “nuove assunzioni e aumenti in busta paga”
Le ultime misure varate dal governo, di cui si sono date notizie durante la conferenza stampa, sono state esposte dalla ministra Lucia Azzolina che ha parlato anche di nuove assunzioni: “avremo bisogno di più spazi – nei parchi, nei cinema e nelle biblioteche – e quindi anche di più organico, fino a 50mila docenti in più a tempo determinato. E poi assumeremo a tempo indeterminato”. Misure espansive anche per quanto riguarda gli stipendi, grazie al taglio al cuneo fiscale deciso dal governo: gli insegnanti potrebbero trovarsi in busta paga “dagli 80 ai 100 euro“, perché, sottolinea la ministra, “se lo meritano, i loro stipendi sono i più bassi d’Europa“.
Si tratta, ha voluto precisare la Azzolina, di misure “assolutamente condivise con tutte le forze in campo del mondo della scuola. Perché la scuola è il nostro futuro, la scuola forma cittadini e cittadine”. Ha assicurato, inoltre, che le misure di distanziamento anti-covid saranno rispettate: “niente doppi turni e niente classi pollaio con trenta studenti“. Perché classi con troppi studenti “non permettono di valorizzare i talenti di ciascuno. Studenti e studentesse vanno coltivati, altrimenti si crea dispersione scolastica, e perdiamo gli studenti per strada”. E sugli spazi chiarisce: “abbiamo creato un software che ci dica quanti metri ci sono in ogni aula, e grazie a questo sappiamo che il 15% degli alunni deve andare fuori dalle classi per rispettare il distanziamento”. Per questo motivo, facendo eco a quanto espresso dal Capo del governo nelle ultime dichiarazioni, dà notizia di un piano di investimento per l'”edilizia scolastica leggera” che guardi anche al “recupero degli edifici scolastici dismessi”.
Secondo la Azzolina, inoltre, potrebbe essere necessario “fare scuola anche fuori dalla scuola”: nei cinema, negli archivi, nei teatri…”e perché no? Anche al parco per i più piccoli”.
Si torna a scuola il 14 settembre. Didattica a distanza solo in forme residuale solo per gli studenti medi
Per quanto riguarda strettamente l’inizio della scuola, è confermata la data del 14 settembre; le singole scuole, però, potranno aprire, già due settimane prima per avviare i corsi di recupero.
Infine, ha annunciato le ultime notizie in merito alla capillare attività di controllo sull’applicazione delle misure per il rientro che il governo è tenuto a rispettare: “dal 1 luglio inizierò a girare ufficio scolastico regionale per ufficio scolastico regionale, scuola per scuola. Andremo a monitorare e aiutare dirigenti scolastici e Usr perché la scuola a settembre parta e bene“.
A chiarire il dilemma della didattica a distanza ci pensa il sottosegretario De Cristofaro che, intervistato a Sky Tg24, ha chiarito: “spero davvero che si riesca a fare quello che in tanti stanno chiedendo, cioè cercare luoghi alternativi alle scuole per svolgere le elezioni. Diversamente sarebbe onestamente un cazzotto nell’occhio e una vera beffa. Spero si risolva positivamente”. E nello specifico sulla didattica a distanza: “sotto i quattordici anni non si fa, si fa soltanto per la scuola secondaria di secondo livello ma in condizioni assolutamente residuali, quando è proprio impossibile dare vita alla didattica normale”. Dunque, le lezioni online saranno “una vera e propria extrema ratio“.
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