Corsia di emergenza: quando fermarsi e a chi è consentito. Le condizioni
Il Codice della Strada consiste in un complesso molto articolato di norme applicate nei confronti di coloro che, come automobilisti o pedoni, percorrono la rete viaria italiana, per le più svariate ragioni. Alcune di queste norme sono di facilissima comprensione o addirittura rientrano nel più banale senso comune, altre invece risultano più “settoriali” e rilevano soltanto in alcune specifiche situazioni pratiche. Ecco allora che queste ultime norme potrebbero non sempre essere assimilate e ricordate da non pochi conducenti di veicoli e persone circolanti per strada. Di seguito vogliamo porre attenzione sulle regole valevoli sulla cosiddetta corsia di emergenza: è possibile fermarsi o sostare in tale spazio oppure ci sono dei divieti? Facciamo chiarezza.
Corsia di emergenza: di che si tratta e quando è ammessa la sosta
La corsia di emergenza è definita compiutamente come la “corsia adiacente alla carreggiata” destinata alla circolazione dei veicoli. Ricordiamolo subito: in via generale, la funzione della corsia di emergenza è di consentire le soste di emergenza, il passaggio dei mezzi di soccorso e, esclusivamente in caso eccezionale, il passaggio dei pedoni. Troviamo la corsia di emergenza, detta anche di soccorso, nelle strade a scorrimento veloce a più corsie, come le autostrade e le superstrade. È l’art. 3 del Codice della Strada, nello spazio dedicato alle disposizioni generali, a citare tale corsia e ad evidenziarne la finalità. È l’emergenza il fattore che giustifica l’utilizzo di detta corsia, ovvero la situazione di urgenza o pericolo.
Inoltre, è all’art. 176 CdS, inerente i “Comportamenti durante la circolazione sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali” che possiamo capire quando davvero è consentito sostare sulla corsia di emergenza. Infatti, in base alla legge, sulle carreggiate, sulle rampe e sugli svincoli è vietato sostare o anche soltanto fermarsi brevemente, a meno che non vi siano situazioni d’emergenza legate a malessere degli occupanti del mezzo a motore o ad inefficienza o guasto della macchina. In queste ultime circostanze di emergenza, il veicolo va condotto nel minor tempo possibile sulla corsia per la sosta di emergenza o, in sua assenza, sulla più vicina piazzola nel senso di marcia. In ogni caso, andrà sempre evitato ogni possibile ingombro delle corsie di scorrimento veloce.
Ecco allora la finalità della corsia di emergenza: essere lo spazio di sosta (ovviamente temporanea) per mezzi in avaria e con problemi tecnici oppure per mezzi i cui occupanti (conducente o passeggeri) abbiano un qualche improvviso problema di salute. Ogni altro utilizzo della corsia di emergenza, che non sia legato a guasti del mezzo, passaggio di mezzi di soccorso o passaggio di pedoni per motivi eccezionali, o problemi di salute di chi si trova a bordo, non è ammesso dalla legge: chiara la volontà di non rischiare intralci al traffico o al soccorso di altra persona e di ridurre il rischio di incidenti.
Limiti alla durata della sosta e comportamenti vietati
Una volta occupata la corsia di emergenza per una delle legittime ragioni appena viste, tuttavia gli occupanti dovranno tenere ben presente che la sosta di emergenza potrà essere proseguita soltanto per il tempo strettamente utile a superare la stessa emergenza, e comunque tale sosta non potrà mai oltrepassare i 180 minuti: altrimenti, la legge consente la rimozione forzata del mezzo fermo. Inoltre, in tale corsia, è sempre vietato effettuare retromarcia e circolare, a meno che non sia per fermarsi o riprendere il tragitto, una volta superata l’emergenza.
Violare le dette regole comporta una multa che può toccare i 1.734 euro, ma anche la sospensione della patente fino a 6 mesi e la decurtazioni di 10 punti patente.
Concludendo, è stata più volte la giurisprudenza a chiarire quando una situazione è considerabile di emergenza per ragioni di salute: ad es. un colpo di sonno, oppure uno stato di forte stanchezza, ma anche il malore dovuto all’aver bevuto troppo alcol, giustificano la sosta nella corsia di emergenza. Insomma, il dato normativo va di volta in volta calato sul singolo caso concreto.
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