Fino al 31 luglio i dipendenti pubblici potranno continuare a lavorare in modalità smart working, ovvero da remoto, ovvero da casa, per l’ordinaria attività che solitamente si svolge presso i pubblici uffici. Ma cosa accade dopo il 31 luglio 2020? Sembra che il governo voglia confermare lo smart working per almeno il 30% dei dipendenti pubblici, come rivelato spesso dalla ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, che ha anche difeso sulla propria pagina Facebook il lavoro da remoto, non nascondendo la sussistenza di carenze, problemi e difficoltà, ma invitando a non avere timore dei cambiamenti. “La PA sta affrontando una rivoluzione repentina, a cominciare dallo smart working, che dobbiamo accompagnare e consolidare”.
Quando tornano i dipendenti pubblici negli uffici
Così anche il prossimo anno, ovvero a partire dal 2021, lo smart working potrebbe continuare a essere operativo nella pubblica amministrazione, in particolar modo per chi non fa attività d’ufficio. Si stima a oggi che circa 1 milione di dipendenti pubblici (su un totale di 3.321.605) continuerà a lavorare da remoto anche il prossimo anno. In questo modo si potrà continuare anche a far rispettare il distanziamento sociale tra i vari impiegati statali nei rispettivi posti di lavoro. Intanto, a partire dal 31 luglio, diversi dipendenti torneranno negli uffici e a breve il Ministero della Pubblica Amministrazione dovrebbe pubblicare le apposite linee guida per un rientro sicuro.
Dipendenti pubblici: le nuove linee guida da rispettare
A quanto si sa al momento, dovrebbe essere rilevata la temperatura corporea dei dipendenti all’ingresso di ogni ufficio, così come a tutte le persone in entrata. I lavoratori che svolgono attività in presenza o che lavorano in maniera ordinaria in postazioni di lavoro in spazi condivisi sono obbligati a indossare la mascherina e forse, per alcuni, ci sarà anche l’obbligo di indossare la visiera, solo se si lavora a stretto contatto con il pubblico. Come per i bar e i supermercati, dovrebbero poi essere apposte delle apposite barriere separatorie. Possibile anche una complessiva revisione degli orari di apertura degli uffici al pubblico, finalizzati a ridurre la possibile affluenza di pubblico in un’ottica flessibile. Naturalmente i locali dovranno essere opportunamente igienizzati e sanificati.
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