Sondaggi elettorali Noto: in 4 Regioni su 6 centrodestra in vantaggio
I sondaggi elettorali Noto per Porta a Porta hanno rilevato le intenzioni di voto nelle sei Regioni che andranno al voto a settembre
Concludendo i lavori degli Stati Generali sull’economia a Villa Pamphili, il premier Conte ha aperto all’ipotesi di un taglio dell’Iva per far ripartire i consumi. L’annuncio ha però diviso la stessa maggioranza di governo tra favorevoli e contrari. L’idea piace molto al M5S, meno al Pd. I dem, insieme ad Italia Viva, preferirebbero il taglio delle tasse sul lavoro. E gli italiani cosa vorrebbero? A domandarglielo ci ha pensato l’Istituto Noto nei suoi sondaggi elettorali per Porta a Porta del 25 giugno. Il 58% degli intervistati si schiera a favore della diminuzione delle tasse sui redditi da lavoro, il 31% promuove invece la diminuzione dell’Iva mentre l’11% non risponde. “I favorevoli al taglio delle tasse sul lavoro – spiega Antonio Noto, direttore dell’istituto omonimo – sono abbastanza distribuiti tra centrodestra e centrosinistra. I più giovani preferiscono un taglio delle tasse, i più adulti una riduzione dell’Iva”.
Intanto la situazione economica del Paese rimane stagnante se non negativa. Lo si capisce dai consumi in calo degli italiani certificati anche dai sondaggi Noto. Stando alla rilevazione, il 55% degli intervistati ha ridotto i consumi anche nella fase post lockdown (durante la serrata totale questa percentuale era al 72%). Rispetto alla fase del lockdown, è aumentata dal 18% al 39% la percentuale di chi non ha ridotto i consumi.
Presagendo un futuro tutt’altro che roseo, un quarto dei cittadini ha risparmiato mettendo dei soldi da parte. Il 65%, invece, non lo ha fatto. Sulla ripresa delle attività, il 34% afferma di essere tornato al lavoro come prima, il 31% non ha mai smesso, il 23% è tornato al lavoro ma in maniera ridotta mentre l’11% non è ancora tornato all’attività di prima.
Sul futuro economico personale e del Paese le previsioni degli italiani sono per lo più negative. Per il 62% l’Italia attraverserà un periodo di forte crisi mentre per il 28% la crisi sarà moderata. Solo il 7% è ottimista e vede nel futuro una fase di ripresa. I dati sulla situazione personale sono leggermente migliori, forse perché, spiega Noto, gli italiani credono più nelle proprie potenzialità che in quelle del Paese in cui vivono.
I sondaggi elettorali Noto hanno poi rilevato le intenzioni di voto nelle sei Regioni che andranno al voto a settembre. In sei Regioni su quattro il centrodestra è in vantaggio sul centrosinistra. Nel Veneto, il governatore uscente Luca Zaia ha la ricandidatura in pugno forte del 70% delle preferenze. Lontanissimi gli sfidanti, da Lorenzoni del centrosinistra (18%) a Cappelletti del M5S (7%) senza dimenticare un eventuale candidato di Italia Viva (2%). In Toscana, Giani del centrosinistra è in vantaggio di sei punti su Ceccardi del centrodestra (46% contro 40%). Fuori dai giochi il candidato Cinque Stelle, Galletti con l’8%. Anche in Campania è in testa il candidato di centrosinistra, il governatore uscente, Vincenzo De Luca (45%). Segue Caldoro del centrodestra con il 39% mentre Ciarambino del M5S è terza con il 13%. In Puglia, invece, il presidente uscente Emiliano del centrosinistra deve rincorrere il candidato di centrodestra Raffaele Fitto (38% contro 45%). Terzo posto per il Movimento 5 Stelle con Laricchia (11%) mentre Ivan Scalfarotto, sostenuto da Italia Viva, Azione e +Europa, è quarto con il 4%. Nelle Marche, Acquaroli del centrodestra (48%) è in vantaggio su Mangialardi del centrosinistra (40%). Terzo Mercorelli del M5S (9%). Infine in Liguria, Toti è dato in vantaggio sia nel caso in cui Pd e M5S andassero alle urne separati, sia in coalizione. Nel primo caso il presidente uscente otterrebbe il 48% dei voti, nel secondo il 49%.
In ultimo i sondaggi elettorali Noto hanno rilevato le intenzioni di voto nazionali con tre scenari diversi: quello attuale, quello con un partito di Conte e quello con Conte leader del M5S. Sia nel secondo che nel terzo scenario, ad essere penalizzato sarebbe soprattutto il Pd. Con la Lista Conte i dem crollerebbero dal 19,5% all’11% (a parimerito con il M5S), con il premier leader del M5S, il calo sarebbe di 3 punti al 16% con il M5S davanti con il 23%. “Quello di Conte – commenta Noto – è un consenso su carta e rimane comunque nel perimetro della coalizione. Attrae verso di sè i consensi degli insoddisfatti dei partiti di governo”. Quasi nessuna variazione per il centrodestra. In tutti e tre gli scenari la Lega raccoglierebbe il 28,5% dei consensi mentre Fratelli d’Italia il 14%. Leggera flessione di mezzo punto per Forza Italia (tra il 6,5% e il 7%) e Cambiamo (tra l’1% e l’1,5%). Anche tra gli altri partiti ci sarebbero pochi movimenti: Azione oscillerebbe tra il 3% e il 3,5%, i Verdi tra l’1% e l’1,5% mentre +Europa rimarrebbe stabile con lo 0,5%.
Sondaggi elettorali Noto: nota metodologica
In attesa di diffusione.
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